L’industria musicale soffre di una crisi ben più longeva di quella generale che attanaglia da un lustro più o meno tutti i Paesi e tutti i settori. L’era delle vacche magre nel settore musicale e discografico è iniziata al tramonto della «bolla» degli spensierati anni Ottanta. Da allora, più o meno, fare il musicista (e ovviamente il discografico) non è più uno scherzo ben remunerato, bensì un rischio spesso drammatico. E l’ultimo quinquennio ha, semmai, peggiorato i rapporti tra artisti e discografici. I primi si sentono spesso intrappolati in logiche industriali che imbrigliano troppo rigidamente la vocazione e l’originalità. I secondi vedono impoverirsi i mercati e ridursi gradualmente (e inesorabilmente) i fatturati. Ecco che allora i rapporti si fanno tesi e diventa sempre più frequente che artisti (anche di grande livello) scelgano di abbandonare le major per produrre i proprio lavori con etichette indipendenti. Uno degli ultimi casi famosi è quello di Pino Daniele. Ma sono tanti gli artisti, noti e meno noti, che scelgono la libertà. Oltretutto adesso hanno a disposizione un portale web di crowdfunding per misurarsi subito con il pubblico, prima ancora di vedere realizzato il progetto.
Il crowdfunding è un sistema di raccolta fondi che si fonda sulla pubblicazione del progetto su un sito e sulla domanda di sovvenzioni da parte dei frequentatori del web che rimangono attratti (e soprattutto convinti) dal progetto.
L’ultimo portale in ordine di tempo ad affollare la rete è nato dall’idea di un musicista: Giovanni Gulino del gruppo Marta sui tubi. Insieme con la dj e produttrice Tania Varuni, Gulino ha fondato il sito Musicaraiser che si fa vetrina di progetti musicali e non solo. «Musicraiser - viene spiegato nella home page del sito - ti permette di realizzare i tuoi progetti musicali attraverso lo strumento della raccolta fondi in cambio di ricompense esclusive per i tuoi fan». I tecnici del sito promettono ogni tipo di aiuto per realizzare non solo dischi (dalla registrazione alla promozione o anche solo per una parte del lavoro), dvd e videoclip, ma anche tour, campagne promozionali o «qualsiasi altro progetto che abbia al centro la musica».
I bolognesi «Lo Stato Sociale», i milanesi «Shandon» (scioltisi e poi riformatisi per un tour), il soulman italiano Luca Sapio, la cantautrice veneta Lubjan e il cantautore siciliano Salvo Vinci (già noto per avere partecipato ad «Amici» di Maria De Filippi e poi alla versione italiana del musical «We will rock you» dedicato ai Queen) sono tra i primi artisti a ricorrervi per finanziare dischi, dvd e tour; a loro farà seguito, il 23 novembre, Gianni Maroccolo, che (come aveva anticipato lui stesso su Facebook già il luglio scorso) ha deciso di raccogliere in questo modo il denaro necessario a finanziare il suo nuovo progetto solista VDB23.
Se alla fine del tempo messo a disposizione agli artisti per la raccolta fondi non viene ottenuto il 100% dei fondi necessari al progetto, i soldi vengono restituiti ai microfinanziatori. Senza rischi economici per nessuno.
Insomma, prima del mercato sarà il pubblico stesso a decretare il futuro successo o l’insuccesso di un’iniziativa. Senza però grandi rischi di impresa per nessuno e lasciando intatta la libertà creativa degli artisti.
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