Cultura e Spettacoli

"Il mio talk senza pregiudizi ideologici"

Da giovedì 5 novembre, su Raidue, Sabrina Giannini conduce "Più o meno"

"Il mio talk senza pregiudizi ideologici"

L’ambizione è quella di trattare temi alti usando un linguaggio comprensibile a tutti. Il metodo è quello del giornalismo che non si schiera ma che mette a confronto due tesi opposte senza abbracciarne una e lasciando agli spettatori la possibilità di tirare le somme. La speranza è quella di realizzare una trasmissione di approfondimento che germogli su Raidue, rete che da anni fatica a creare e far crescere spazi in questo settore. Come è successo con
l’ultimo esperimento “Seconda linea” che si è infranto dopo solo due puntate con strascichi di polemiche e rimpalli di responsabilità poco edificanti. Insomma, da stasera comincia “Più o meno”, quattro puntate in onda in seconda serata di racconto-riflessione presentate da Sabrina Giannini, autrice e conduttrice di “Indovina chi viene a cena” (su Raitre) e storica fondatrice di “Report”.

“Affronteremo quattro tematiche - spiega Giannini - una per puntata. L’idea è quella di ospitare interlocutori autorevoli con pensieri opposti che si confrontino su questione fondamentali. Partendo dai dati di cronaca per astrarne concetti più generali. La prima è ovviamente, legata al dualismo libertà/sicurezza, un tema più che mai attuale in questo momento in cui a causa della pandemia vengono limitati i diritti dei cittadini”.

In studio stasera (si parlerà anche di elezioni Usa) a confrontarsi l’ex presidente della Camera Luciano Violante, la vice direttrice dell’Istituto Bruno Leoni Serena Sileoni, Marcello Pera, il costituzionalista Alfonso Celotto e l’infettivologo Massimo Andreoni. Temi delle prossime puntate saranno il confronto/scontro tra stato e regioni, tra Europa e nazioni e infine il lavoro. “Ho deciso di accettare di realizzare questo programma - continua Giannini - perché per me è fondamentale lavorare con onestà intellettuale senza pregiudizi ideologici. Senza sposare una tesi a prescindere. Spesso i giornalisti italiani usano due pesi e due misure, leggono la realtà con i filtri della politica, si sostituiscono ai politici, decidono cosa è giusto e cosa è sbagliato. “Più o meno” cercherà di tenersi lontano da questi schemi”. Il problema, però, è farsi spazio tra i tanti programmi di approfondimento in onda su tulle le reti, conquistarsi una fetta di pubblico. “Il nostro obiettivo è instillare un seme tra gli spettatori, cercare di arricchire il loro bagaglio culturale, verificare se un prodotto di questo tipo può funzionare, poi in futuro si vedrà..

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