L'arte di vedere con l'immaginazione di Tullio Pericoli

L'arte di vedere con l'immaginazione di Tullio Pericoli

Sul rapporto fra immagine e scrittura è stato detto molto, con immagini e con scritture. Si possono raccontare storie con le parole, o con i disegni, o con entrambi. Tullio Pericoli, ad esempio, che è un artista e soltanto occasionalmente scrittore, vive di disegni e di immagini: fin dai tempi del liceo, lettere classiche e colline picene, porta sempre un mozzicone di matita in tasca, pronto per l'occasione; ma se gli si chiede un testo scritto, indietreggia, si schernisce, ritarda, preferisce scegliere altre vie, e altre linee.

Una delle sue linee predilette, in bilico fra arte e letteratura, è quella di trasformare un racconto in disegni, affiancando a un testo classico una sua personalissima riscrittura per immagini. Anni fa Tullio Pericoli pubblicò La casa ideale di Robert Louis Stevenson (Adelphi), dove al breve racconto dello scrittore scozzese - La casa ideale, del 1884 - aggiunse una sorta di «film-documentario per immagini» costruito da frammenti di molti paesaggi visti e attraversati... Oggi Tullio Pericoli, 85 anni di cui 65 di mostre, da Ascoli Piceno a Milano in giro per il mondo, ha ripreso in mano il suo racconto della vita, Un digiunatore - anzi: Ein Hungerkünstler, letteralmente Un artista della fame - scritto da Franz Kafka nel 1922 e ci ha costruito attorno un nuovo libro, alternando le pagine del testo originale con una serie di suoi disegni realizzati ad hoc (Tullio Pericoli, Un digiunatore di Franz Kafka, Adelphi, pagg. 92, euro 24). Ed ecco le sue figurine magrissime, esili, sfuggenti, un «altro» mondo fatto di profili umani filiformi, scheletrici e inquieti, à la Alberto Giacometti... Braccia, costole, sbarre, un circo, la pantera... L'inquietudine e il disorientamento generato dal racconto di Kafka vengono raddoppiati i dalle immagini di Pericoli. Il segreto riuscire a «vedere con l'immaginazione».

E a svelare - o meglio: a provare a svelare - i segreti e il potere dell'opera di Tullio Pericoli, lapis, pennelli e il dono della «seconda vista», è il nuovo saggio di Alberto Brambilla, un super esperto del rapporto fra immagini e scritture, dedicato al Maestro marchigiano: Negro semen. Pensieri, immagini, parole per Tullio Pericoli (Affinità Elettive, pagg. 104, euro 13) dove un reale viaggio nelle Marche attraverso i luoghi dell'artista diventa una discesa narrativa nella magia della scrittura.

Dove si intersecano e si sovrappongono libri, linee, città, paesaggi, archeologie, Paul Klee, «Rendere visibile l'invisibile», Frammenti, storie biografiche del «biografo» e del «biografato», luoghi, (auto)ritratti, geografie, mappe, campi, casolari, rughe e filari, volti di personaggi anonimi e famosissimi e tutti quegli incantesimi che si lascia dietro il negro semen. Che è l'inchiostro con il quale si scrivono le parole e forse anche la graffite che traccia il disegno.

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