È cambiato lo spirito del tempo e adesso William Friedkin, geniale autore americano classe 1939, dai più associato a L'esorcista, si vedrà premiato col Leone d'oro alla carriera. Lo ha deciso la Mostra di Venezia (28 agosto - 7 settembre), che per bocca del suo direttore Alberto Barbera tesse le lodi di colui che «ha rivoluzionato il poliziesco e l'horror e ha inventato il blockbuster moderno con Il braccio violento della legge».
E se avevamo perso le tracce di quest'autore di culto, «non sempre riconosciuto nella sua portata rivoluzionaria», dice Barbera, è perché l'esponente di spicco della «Nuova Hollywood» - film indipendenti e coraggiosi nei sulfurei Settanta - è stato impelagato in una trentennale battaglia legale con la Universal e la Paramount: entrambi gli studios rivendicavano i diritti su L'esorcista, da essi distribuito in tandem. Sciolti lacci e lacciuoli, dopo tre decadi di oblio avremo Friedkin superstar al Lido: la versione rimasterizzata, a colori e in digitale del suo celebre film horror con Linda Blair, intorno al quale sono fiorite le più nere leggende, verrà riproposta anche in Blu-Ray. Insieme al lancio dell'autobiografia The Friedkin Connection, edita da Bompiani, che in queste ore ne sta curando la traduzione.
Tempo davvero galantuomo con il geniale creativo, che nel 1977 ebbe la sfortuna di mandare in sala Il salario della paura, remake di Vite vendute di Henry-George Clouzot, in contemporanea con lo sbarco di Guerre stellari di Lucas.
Non c'era partita: il film, costato 22 milioni di dollari, ne incassò 12. Un fiasco epocale, che affondò la carriera del «regista del male», pronto a rifarsi con Warner, sponsor del restauro de Il salario della paura, anch'esso al Lido.«Una resurrezione di Lazzaro», commenta Friedkin.
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