Comincia la Mostra del Cinema, come fosse l'intervallo fra una crisi di governo e l'entrata in carica di uno nuovo. In effetti, sembra tutto un film. Comunque, come ha risposto il presidente della Biennale Paolo Baratta al Corriere del Veneto, per il festival è lo stesso. «Salvini l'anno scorso ebbe spazio in cronaca ma durò poco. In Italia la politica si prende la sua scena, ma la Mostra va avanti comunque». In realtà Salvini l'anno scorso rubò la scena e, nel bene e nel male, se la tenne un bel po'. Pronti via, il padrino del festival Michele Riondino inaugurò la festa dicendo che il ministro non lo rappresentava, poi Vanessa Redgrave e altre star di Hollywood lo attaccarono sul tema migranti, lui mandò bacioni e cartoline a tutti, poi sbarcò al Lido, incassò applausi, selfie e «Bravo Matteo!», sfilò via con l'incantevole Elisa Isoardi e fece il pieno di titoli sui giornali... La politica, come sempre, fece spettacolo. E viceversa. E quest'anno? Si attendono come sempre grandi ospiti, nuovi autori, vere star e... Red carpet e abiti blu. Chi ci sarà tra i politici? Venezia 2019 rischia di essere un'edizione eccezionalmente a-politica. E non è detto sia un male. Il presidente della Repubblica Mattarella, in altri impegni istituzionali affaccendato, non ci sarà. Il ministro della Cultura Bonisoli, il quale proprio da qui lo scorso anno cominciò la propria personalissima passerella di Governo, che sta già ingloriosamente terminando, è atteso, ma in forse. La sua sottosegretaria con delega al Cinema, la fino a ieri potentissima leghista Lucia Borgonzoni (con la quale la sinistra cinematografara è stata costretta obtorto collo a fare accordi e affari per un anno) ci sarà eccome, ma ormai - come dire - senza portafoglio: più per se stessa che per il Paese. Altri e alti papaveri annunciati: il ministro dell'Economia Tria e quello dell'Istruzione Bussetti. Ma lasceranno Roma in un momento così delicato per le proprie poltrone? Insomma, questa volta i nomi dei politici presenti, più che la cartina di tornasole del nuovo potere, sembrano non contare già più nulla. E persino come madrina della Mostra è stata scelta l'attrice meno impegnata ideologicamente della storia del cinema: Alessandra Mastronardi. Ha anche detto di non rinnegare Woody Allen, alla faccia del #MeToo.
E così l'unico vero (vecchio) politico ad aggirarsi al Lido nel pieno della sua carica sarà il rieletto presidente dell'Anica Francesco Rutelli. Avanti, miei Prodi. Sempre che a qualcuno nel frattempo non venga in mente di indicare Paolo Baratta come prossimo ministro per i Beni culturali. Una scelta così ovvia che, in Italia, nessuno farà.
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