Cultura e Spettacoli

Lino Banfi nella bufera per uno spot sul gas

Banfi avrebbe prestato la sua immagine per una campagna pubblicitaria per una società di gas. E il sindaco di Manfredonia lo attacca

Lino Banfi nella bufera per uno spot sul gas

Polemiche su Lino Banfi. L'attore avrebbe prestato la sua immagine per una campagna pubblicitaria per Energas, l'azienda che dovrebbe costuire uno dei più grandi depositi di Gpl a Manfredonia. Di fatto qualche giorno fa sui social l'attore era stato attaccato dal sindaco della città pugliese che ha indetto un referendum sulla costruzione dell'impianto. Le parole del sindaco sono state durissime. "Con questa campagna Banfi ha svenduto al sua immagine", ha affermato il sindaco. Adesso arriva la replica dell'attore su Facebook: "Scusate - scrive Banfi - io non capisco questo casino su Manfredonia. Ho accettato di fare il testimonial in uno spot di Energas, un'azienda che vende gas. Quel gas che tutti usiamo per cucinare, riscaldamento e anche locomozione. Io non ho fatto lo spot a favore del deposito di Manfredonia".

"Su questo argomento - aggiunge - non ho un'opinione precisa perché non me ne intendo. È pericoloso, è sicuro? Non lo so. Credo che come me la maggioranza dei cittadini non sappia esattamente quali sono i termini della questione ma capisco che quando ti dicono 'distrugge l'ambientè ci rimani male, ti spaventi". "In ogni caso - prosegue Banfi - col referendum di Manfredonia non c'entro nulla. Comunque penso che sia un bene che ci sia, così i cittadini di Manfredonia potranno esprimersi e decidere". "Io - sottolinea - faccio l'attore. Più di un anno fa ho firmato un contratto con Energas per quegli spot. Li ho girati 8 mesi fa. Poteva essere Eni, Q8, Esso o chi volete voi: per me è lavoro, il mio lavoro. Però nessuno può mettere in discussione l'amore che ho per la mia Puglia e anche per Manfredonia (famosa oltretutto per il pesce freschissimo)!». «Vi prego - conclude - non mi tirate dentro una polemica politica che non mi riguarda affatto. Grazie.

Una parola è troppa e due sono poche".

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