Loach affronta la crisi ridendoci sopra

Loach affronta la crisi ridendoci sopra

Come affrontare la crisi economica? Ridendoci sopra, sembrano dirci Ken Loach e il duo Benôit Delépine e Gustave Kerven, presenti in concorso il primo (Angel’s Share), nella sezione Un certain regard il secondo (Le grand soir). La commedia, coniugata sul versante comico-satirico, non fa generalmente parte del menu cinefilo del Festival, ma il regista inglese e i suoi colleghi francesi la fanno talmente bene che potrebbero essere apripista di un nuovo corso.
Angel’s Share, la parte dell’angelo, rimanda nel titolo alla quantità di whisky che evapora durante la lavorazione. Loach mette in scena un giovane teppista, Robbie (Paul Brannigan), che vorrebbe mettere la testa a posto, ma non riesce a uscire dall’ambiente in cui si è sempre mosso: molta disoccupazione, poca istruzione, tanto alcol e rabbia. Scampato alla prigione, l’incontro con un degustatore di whisky gli darà la chance per uscire dalla precarietà. Angel’s Share è un susseguirsi di battute e turpiloquio, ritmo serrato, buona interpretazione. Le grand soir affida invece a Poelvoorde e Dupontel (ambedue in forma smagliante) il compito di esprimere la scelta punk rispetto al mondo del lavoro borghese. Il primo, che si è ribattezzato Not, è «il più vecchio punkabbestia d’Europa»; suo fratello, tatuatosi sulla fronte il nuovo nome, Dead, morto, ne seguirà la strada. Vogliono la libertà, ma non la lotta o la rivolta.

E infatti amano i centri commerciali perché ci si scalda d’inverno, fresco d’estate e nessuno ti deruba». «La nostra idea - dicono i registi - è che le rivoluzioni sono individuali. Spaccare o invitare alla distruzione serve a nulla».
SS

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