Lockdown da brivido: caccia al virus fantasma

Lockdown da brivido: caccia al virus fantasma

La vita è un braccio di ferro tra un virus e un organismo. Ma qual è il virus... E qual è l'organismo... Troppo facile nascondersi dietro il Covid, solo perché va di moda. La risposta sta nell'ultima scena di State a casa, ambientato sì nella stagione del coronavirus, ma troppo perspicace per fermarsi lì. Quattro ragazzi nei giorni del lockdown. Soldi pochi, pochissimi. Esuberanza infinita. E un affittuario, tanto esoso quanto laido, che fa della molestia il suo vangelo. La musica è sempre la stessa. «Se sarai carina con me...». Stavolta però il giochetto non funziona. E quelle giornate da reclusi si trasformano in un incubo. Una strada verso l'abisso. Un crescendo di emozioni e di apparenze, negate allo stesso momento del loro apparire. Fino al finale che, ovviamente, non riveliamo perché l'unica cosa che funziona poco in questo film è il titolo, poco invitante benché motivato. Anche se siamo in pieno lockdown - sia nell'ambientazione sia nelle riprese - quando il ritornello era di non uscire a nessun costo. Tuttavia, spesso credere a ciò che sembra è un errore. Soprattutto qui. E lo dimostra questa commedia nera che diventa thriller, si trasforma in tragedia brillante e riserva un colpo di scena che ne ribalta il significato. Nulla è come si crede e scavare tra le metafore diventa un dovere più che un vezzo. Il virus c'è e, ovviamente, non si vede. Fino a prova contraria. E se pensate di andare a vedere la solita zuppa sul Covid con lo schermo diviso a riquadri e lagne à gogo, siete fuori strada. Qui c'è il morto. La vendetta. Il sogno. L'immigrazione. I «veleni» morali e materiali, palpabili e subliminali, rappresentati da un serpente, icona di tutte le maledizioni dall'Eden in poi.

Quattro attori bravissimi, senza visi da Hollywood, un regista che oltre alla macchina da presa usa il cervello - e bene - e una trama lontanissima dalla solita retorica. Perché il cinema vero non è solo effetti speciali, ma anche quattro mura e facce da porta accanto. Quelle che potrebbe avere ognuno di noi perché in fondo è vita. E allora, una volta tanto, non state a casa...

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