L'Oscar della scienza all'italiano Ferrara. Ha "inventato" la teoria della supergravità

Il fisico romano riceverà l'ambito riconoscimento in novembre alla Nasa

L'Oscar della scienza all'italiano Ferrara. Ha "inventato" la teoria della supergravità

Nel 2012 un gruppo di miliardari si è messo in testa di premiare ogni anno scienziati, fisici e matematici che stanno aprendo l'orizzonte della conoscenza. Quelli che fanno un passo in avanti. Sul piatto hanno messo tre milioni di dollari. È il Breakthrough Prize. Il club dei finanziatori raccoglie i signori di questo tempo, gente come il russo-israeliano Yury Milner, Sergei Brin, fondatore con Larry Page di Google, Jack Ma di Alibaba o Mark Zuckerberg. L'idea è di battezzare una sorta di Nobel del XXI secolo. Quest'anno hanno scelto i tre architetti della «supergravità»: l'americano Daniel Freedman, l'olandese Peter van Nieuwenhuizen e Sergio Ferrara, romano e settantaquattrenne.

La teoria della supergravità è una delle sfide più affascinanti della conoscenza umana. È una risposta a uno dei grandi dubbi sull'idea di universo. È il tentativo di far dialogare il piccolo e il grande, il caso e la necessità, Eraclito e Parmenide, il Dio virtuoso di Einstein che non gioca a dadi e quello più sbarazzino, innamorato della probabilità, che regna nel sottomondo dei quanti e delle particelle.

È il grande rebus che ha ossessionato tutti i grandi fisici del Novecento: trovare un canovaccio che faccia parlare la relatività generale con la meccanica quantistica. «Einstein - come scrive Riccardo Maestri - era ben consapevole che la sua teoria non era completa, anche se comunque si tratta di un'opera d'arte a tutti gli effetti. Non siamo infatti in grado di spiegare tutto. Gli ultimi studi astronomici ci mostrano infatti una cosa inaspettata: la materia e l'energia che conosciamo sarebbero solo una piccola parte della massa e dell'energia totale che costituiscono l'universo. Le nuove forme di materia ed energia che si stanno scoprendo e che per il momento sono avvolte nel mistero (si chiamano appunto materia ed energia oscura) probabilmente faranno cambiare completamente il nostro modo di comprendere l'universo e le cose attorno a noi».

È qui che stanno guardando gran parte dei fisici teorici: a quello che manca nel calcolo dell'universo. Dove stanno la materia e l'energia che mancano all'appello? Come mai la bilancia dell'universo segna qualcosa che dovrebbe esserci e invece non si trova? Tutto questo ci porta a fare i conti con le due particelle regine della fisica quantistica: i fermioni e i bosoni. Ogni cosa che siamo in grado di vedere intorno a noi, dal nostro corpo ai muri, fino al cielo è fatta di fermioni, che hanno spin semi intero. Si chiamano così in onore di Enrico Fermi. I bosoni sono quelli senza i quali l'universo sarebbe scuro e senza gravità a tenere insieme le stelle. Hanno spin intero e sono stati chiamati così per ricordare il fisico indiano Satyendra Bose. Tra i bosoni c'è un'ipotetica particella chiamata gravitino.

È lei l'ossessione di Sergio Ferrara. Finora, come accadeva con il bosone di Higgs, non sono riusciti a trovarla. Sarebbe la prova della correttezza della teoria della Supergravità e forse il primo passo in quel mondo ignoto chiamato «nuova fisica».

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