Un addio a Lucio Dalla, mentre riecheggiano le note di Caruso e Canzone dall'abitazione bolognese nella centralissima via D’Azeglio. Le persiane del grande appartamento sono chiuse, ma dalle finestre del palazzo escono le note di alcuni dei successi più famosi. Un ultimo saluto al cantante bolognese che, stroncato da un infarto, avrebbe compiuto 69 anni il prossimo 4 marzo. Musicista di formazione jazz, poi autore dei testi di importanti canzoni, Dalla fu un grande musicista dai molti volti: ha suonato il clarinetto, il sax e la tastiera spaziando dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale (guarda la gallery). I suoi successi varcarono i confini della lirica e della melodia italiana: due settimane fa l'ultima apparizione in televisione al Festival di Sanremo dirigendo l'orchestra per il brano Nanì, cantato da Pierdavide Carone (guarda il video).
Nato a Bologna il 4 marzo 1943 (celeberrima l'omonima canzone, tratta da un testo della poetessa Paola Pallottino, che gli valse il terzo posto assoluto sul palco dell’Ariston nel 1971), Dalla ha sfiorato i cinquant'anni di carriera artistica. Una carriera lastricata di successi che hanno fatto la storia della canzone italiana. "Non è possibile, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso". Roberto Serra, amico storico di Dalla e fotoreporter di professione, non voleva credere alle notizie che arrivano da Montreux. Il cantante bolognese si era detto contento per una intervista appena rilasciata e per il tour europeo cominciato da pochi giorni. Ieri sera a Montreaux, all’Auditorium Stravinsky, poi a Basilea, Lugano e Ginevra. A Serra, ieri sera, ha rivelato che "era emozionante ritrovare i luoghi di un analogo tour di trent'anni fa e trovare, pur nella diversità delle situazioni, la stessa positiva risposta di pubblico di allora". E l'amico vuole ricordarlo proprio così: "Era felice". Niente di più.
Nato come musicista jazz, Dalla esordì col gruppo Gli idoli con cui incise 1999, il primo album pubblicato nel 1966. Nello stesso anno esordì proprio a Sanremo con un brano dell’album, Quand’ero soldato e Paff... bum!. Sul palco dell'Ariston, il cantante bolognese tornò anche l’anno seguente con Bisogna saper perdere, abbinato con i Rokes di Shel Shapiro. Proprio il 1967 fu anche il tragico anno del suicidio di Luigi Tenco che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, Mondo di uomini, e con cui il cantautore aveva stretto amicizia. Dal 1973 Dalla iniziò a collaborare col poeta bolognese Roberto Roversi. Un sodalizio importante da cui uscirono album come Anidride solforosa ma che nel 1976 si incrinò quando il cantautore concepì Il futuro dell’automobile e altre storie, uno spettacolo teatrale trasmesso anche dalla Rai. Spinto dalla casa discografica, Dalla raccolse in un nuovo disco alcune canzoni che ne facevano parte, contro il volere di Roversi che di conseguenza decise di non firmare l’album.
E' il 1975 l'anno in cui ha inizio la fase più importante che consacra Dalla alla musica d’autore italiana. A partire dalla collaborazione con Francesco De Gregori, con il quale l’anno precedente tenne alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti, e da cui fu tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974 (guarda la gallery). I due cantanti scrissero insieme la musica per Pablo, che De Gregori inserì in Rimmel, e per Giovane esploratore Tobia, inclusa l’anno dopo in Bufalo Bill. Da qui l’ascesa di Dalla nell’Olimpo dei più grandi cantanti italiani: da Com'è profondo il mare del 1977 ad un album ancora più di successo, 1979, che include successi come Anna e Marco, L'ultima luna e L’anno che verrà.
Nel 1988 ebbe inizio un'altra grandissima collaborazione. Il duetto con Gianni Morandi diede vita all’album DallaMorandi, un disco che vanta inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Franco Battiato, gli Stadio e Ron e da cui ha inizio un lunghissimo tour (guarda la gallery) durante il quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l’ultima volta) dagli Stadio interpretarono ciascuno i brani dell’altro in uno scambio in cui raccontano la propria storia. L’avventura con Morandi chiuse definitivamente (e con qualche polemica) la proficua collaborazione tra Dalla e gli Stadio e lanciò la giovanissima Angela Baraldi, presente nei concerti come corista e in seguito affermatasi come cantante solista e attrice.
Negli anni Novanta il cantautore bolognese abbandonò, quindi, gli istrionismi per iniziare a guardare ai giovani con sempre più interesse dimostrando, in questo modo, una modernità musicale e umana di grandissimo spessore. Da Attenti al lupo con Ron a Canzone con Samuele Bersani, a Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti, Carmen Consoli e Tosca: tutti volevano collaborare con il talento e la sensibilità di Dalla. Il 7 luglio del 2008 Dalla presentò Un uomo solo può vincere il mondo, l’inno ufficiale della squadra olimpica italiana composto per i Giochi di Pechino. Nel dicembre dello stesso anno, il cantante recitò nella miniserie Artemisia Sanchez su Raiuno, per la quale scrisse e cantò il tema d’apertura. Il 22 marzo 2010 condusse insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata Due, durante la quale i cantanti si esibirono singolarmente e in duetto in cover e brani del loro repertorio.
Quest’anno, come in un ideale passaggio di testimone, Dalla è tornato al Festival di Sanremo a quarant’anni dalla sua ultima parformance accompagnando il giovane
cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì. E' l'ultima poesia prima di lasciare, stroncato da un infarto, questo mondo cui ha regalato emozioni intense e durature (guarda la gallery).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.