Wendell Berry è tra i più grandi scrittori e poeti americani contemporanei. In libreria è arrivato La memoria di Old Jack (Edizioni Lindau, traduzione di Vincenzo Perna, pagg. 255, euro 19,50), il suo quarto romanzo ambientato a Port William, l'immaginaria località del Kentucky che fa da scenario anche capolavori come Jayber Crow, Hannah Coulter, Un posto al mondo (tutti editi in Italia da Lindau). Wendell Berry ci racconta di Old Jack, per tutti il vecchio Jack: nato nel 1889 ha attraversato l'America del 900 pur non muovendosi mai da Port William. È cresciuto tra le macerie morali della Guerra di Secessione, le piantagioni coltivate dagli schiavi di colore, il segregazionismo, la Prima Guerra Mondiale, la crisi della Borsa del 1929. E ora, siamo in un giorno qualsiasi del 1952, sul porticato della sua fattoria il vecchio Jack si trova a ripercorrere la sua vita. Attraverso continui flashback, continui cambi di registro narrativo Wendell Berry riesce a farci entrare nella mente e nella pelle di Jack: lui non sa che quello sarà il suo ultimo giorno di vita. Il vecchio Jack è stato un esempio per tutta la sua comunità e ora che si volta di spalle, comprende di aver sempre vissuto il presente, di aver superato il passato -con le sue dolcezze ma anche con i suoi traumi- soltanto in un modo: vivendo il presente. Con forza, con coscienza, senza dimenticare o annichilirsi, ma sopportando quasi come uno stoico anche le tante avversità che ha dovuto affrontare. Alternando con grandissima abilità pagine di dolcezza infinita (come quando Jack ricorda la moglie, in uno dei brani d'amore forse più belli della letteratura americana) a pagine di tristezza infinita, Wendell Berry è riuscito a scrivere un romanzo che rimane, che ti scava dentro, fino in fondo, fino alla fine dei pensieri, scuotendo la coscienza e carezzando il cuore.
Al lettore, a libro chiuso, rimane non solo la certezza
di aver letto un capolavoro, ma la stessa sensazione che provano gli abitanti dell'immaginaria Port William quando Old Jack muore: che quando se ne sarà andato, comunque, non saranno più gli stessi.Twitter:@GianPaoloSerino
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