Per il Maggio Musicale di Firenze, storica istituzione musicale toscana, si profila la chiusura, almeno temporanea. La situazione economica è gravissima, e per la prima volta una Fondazione lirica chiede di essere sottoposta a liquidazione coatta amministrativa (la procedura fallimentare che si applica a queste Fondazioni). Ovvero, invece di proseguire con un carrozzone drena-soldi (pubblici) si dice: chiudiamo e riapriamo in maniera più sostenibile da un punto di vista economico. Potrebbe essere una svolta. Se il progetto dovesse realizzarsi, sarebbe un precedente che verrebbe probabilmente sfruttato da altre fondazioni in un futuro non molto lontano.
«Si va verso la liquidazione che è l'unica alternativa alla chiusura definitiva del Maggio Fiorentino e che permette di pensare ad un rilancio nell'arco di più anni». Lo ha detto il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la riunione al Mibac cui hanno partecipato anche il sindaco Renzi, il commissario del Maggio Bianchi e il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray. «Il Commissario del Maggio Musicale - dice un comunicato - ha rappresentato ai presenti la situazione gravissima che comporta o la chiusura o la liquidazione della Fondazione». Gli enti, ascoltata la relazione, «hanno chiesto al Commissario un piano che consenta la continuità e il rilancio dell'attività e della programmazione artistica e il raggiungimento entro un tempo prestabilito dell'equilibrio economico e finanziario».
Nel frattempo i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un piano di rilancio che prevede risparmi annui nel costo del lavoro dei dipendenti per circa 2.750.000 euro, corredato da una clausola di salvaguardia «antilicenziamenti».
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