Indovinello: secondo voi ha importanza che l'ultima puntata della fiction La vita promessa lunedì abbia collezionato 6.115.000 spettatori per uno share del 26,18 per cento, battendo di ben sei punti il Grande Fratello che sfoderava l'ingresso di Lory Del Santo in lutto per la morte del figlio suicida? E ha importanza che sabato sera il documentario strepitoso sulla Cappella Sistina di Alberto Angela non si sia sfracellato (anche se ovviamente ampiamente superato) contro il talent di Maria De Filippi? In un paese normale questi risultati sarebbero valorizzati, invece il vicepremier Di Maio, intervistato da Giletti su La7, li valuta così: «Gli italiani non possono pagare il canone per una Rai in queste condizioni». E i nuovi vertici della tv pubblica, espressione del governo penta-leghista, viste «queste condizioni» si apprestano a fare un repulisti dei direttori di rete e tg. Ecco le «condizioni» di cui parla Di Maio certificate dall'Auditel: lo share complessivo delle reti Rai a settembre segna in prime time un più 2,6 per cento nel confronto con il settembre scorso (passando dal 37 al 39,6) e staccando di ben 11 punti Mediaset (che comunque ha davanti tutta la stagione per recuperare). Il gap nell'intera giornata è di 7,4 punti. Il primo canale (sempre rispetto a settembre scorso, in prima serata) è aumentato dell'1,7, Raidue dello 0,8 e Raitre dello 0,3.
E tutti i tre canali hanno raggranellato spettatori tra il pubblico giovane e con alto grado di istruzione. Ciò significa che i programmi sono stati graditi per qualità e modernità. Domanda: è giusto cambiare chi sta ben lavorando solo perché non indossa casacche giallo-verdi?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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