Non ci sono, a sorpresa, né A Silvia né Alla sua donna in Il giovane favoloso di Mario Martone (nel fotino). Due tra le liriche più toccanti dell'intera poetica leopardiana e tra le più struggenti di passione per l'altro sesso della letteratura mondiale. Due canti, peraltro, che svelano al meglio l'incolmabile infelicità del suo autore. Non potevano mancare invece gli amori platonici, ben disegnati e intravisti negli sguardi di Elio Germano per Teresa Fattorini (l'esordiente Gloria Ghergo) e nell'interesse per l'intrigante Fanny Targioni Tozzetti (Anna Mouglalis). C'è una ragione, però, per l'omissione di due testi tanto significativi. Che si scopre in fondo al lupanare napoletano dove l'amico e sodale Antonio Ranieri (Michele Riondino) introduce il sempre più deforme Giacomo per quella che dovrebbe essere la sua iniziazione erotica. Ma giunto nell'alcova della prescelta, quando il poeta si ritrae e fugge, si scopre che trattavasi di un ermafrodito. «È l'unica libertà che mi sono concesso dalla filologia leopardiana basandomi su un testo di Enzo Moscato», ha ammesso Martone parlando con i giornalisti. «Leopardi amava la vita, amava la giovinezza.
Come ho adombrato un po' in tutto il film, nella sua esistenza si è avvicinato a tante soglie senza oltrepassarle. Quella scena rappresenta una di queste. Ma ho tenuto le redini ben strette». Per fortuna. E peccato per «la sua donna»...MCav
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