Mark Wahlberg da teppista a eroe in nome di Dio

Intanto, è sopravvissuto al se stesso teppista. Quand'era un ragazzino proletario col grugno cafone di chi ha troppi fratelli, otto per l'esattezza. Troppe bocche a mangiare in casa Wahlberg, tre stanze in tutto, così Mark a quattordici anni mette in piedi una banda e a sedici spacca la testa a Thanh Lam, per strada, senza motivo e, sempre nello stesso giorno e con lo stesso bastone, cava un occhio a Hoa Trinh. Sconosciuti vietnamiti di Dorchester, sobborgo di Boston dove l'attore, produttore, rapper, modello e musicista Mark Wahlberg è cresciuto e che erano solo «Vietnam fucking shit» per il giovane razzista cocainomane. Seguirono venticinque arresti della Boston Police e una condanna a dieci anni per tentato omicidio, ridotti a due, quindi a quarantacinque giorni da scontare nel correzionale della Deer Island House. Logico (?) che uno così diventasse star di Lone Survivor, film bellico di Peter Berg al centro d'una discussione politica non soltanto americana (nelle nostre sale da qualche giorno). Sebbene abbia incassato 137 milioni di dollari nel mondo, scalzando dalla vetta degli incassi, a inizio anno, blockbuster come Frozen, questo Kombat basato sul libro del marine Marcus Luttrell, continua a scandalizzare l'ala sinistra della critica cinematografica. «Roba da muscoli e machismo», scrive LA Weekly. «Pornografia bellica», sancisce Hollywood Reporter.
Un corifeo della correttezza politica, che però è rimbalzato contro i gusti del pubblico. Al quale è piaciuta la storia vera e viscerale dei quattro Navy Seals - Taylor Kitsch fa Mike, il leader razionale; Emile Hirsch è Danny, che sogna la moglie a casa; Ben Foster è Matt, combattente spietato e Mark Wahlberg è Marcus Luttrell, colui che ha potuto scrivere la storia, perché unico sopravvissuto all'«Operazione Red Wing» -, catapultati sui monti afghani il 28 giugno 2005. Quando, nell'éra Bush, bisognava eliminare il leader talebano di Al Qaeda Ahmad Shah. Il team di diciannove uomini, ma qui se ne vedono quattro in azione, è composto da soldati devoti l'uno all'altro, né circola uno specifico messaggio ideologico nel loro voler sopravvivere in territorio ostile. Puro action-movie, insomma, da parte del regista di Battleship, che ha voluto Wahlberg, classe 1971, per questo film patriottico dall'estetica western: conflitti a fuoco in montagna,morte in ginocchio, ossa spappolate, sangue. Con quel bagaglio di durezza alle spalle, è stato facile, per l'ex-ragazzo disturbato e violento, calarsi nel ruolo di chi si aggrappa a tutto, per riportare a casa la pelle. E i muscoli da body builder, notati mentre, nel 1991,faceva lo spogliarello esibendosi come cantante dei Marky Mark & The Funky Bunch, band organizzata grazie al fratello Donnie, membro del gruppo New Kids on the Block.
La tartaruga scolpita e i quattro tatuaggi di Mark funzionavano nel mondo della moda, ma anche il pianeta discografico non andava male: nei primi Novanta arriva un Disco di Platino per Good Vibrations. Ma il diavolo è nel dettaglio e durante un talk show e viene a galla il passato nero. «Quand'ero criminale, in testa sentivo una voce, che mi diceva che sarei finito in prigione per il resto della mia vita. I miei fratelli hanno fatto la prigione anche loro. Mia sorella è stata in prigione tante di quelle volte, che ho perso il conto», rivelò Mark. E il mondo della musica gli volse le spalle, subito appoggiate al mestiere di attore, nel solco di Will Smith e Ice Cube. Tra particine in tivù e film mediocri, la grande occasione è con David O.Russell, che nel 1999 lo vuole accanto a George Clooney nel film Three Kings, ambientato dopo la fine della Guerra del Golfo. Le amicizie contano e il bel George immette Mark nel giro giusto, caldeggiandolo per La tempesta perfetta (2000) di Wolfgang Petersen. Ma il miglior ruolo della carriera, dopo Boogie Nights, sarà ne Il pianeta delle scimmie (2001) di Tim Burton. I primi riconoscimenti ufficiali arrivano grazie a Martin Scorsese, nel cui spettacolare poliziesco The Departed (2006), Oscar come migliore regia e come miglior film, l'attore trentacinquenne interpreta un sergente duro e antipatico, guadagnandosi una nomination ai Golden Globes, accanto a calibri come Di Caprio e Nicholson. Coi soldi, arriva anche il matrimonio con la modella Rhea Durham e quattro figli, cresciuti a pane e cattolicesimo. Convertitosi a Santa Romana Chiesa, Mark sfoggia rosari grossi come catene da rapper.

Ora che da ragazzo difficile è diventato un industriale - ha una marca di prodotti dietetici - e uno sponsor di giovani in difficoltà, con la Wahlberg Youth Foundation, Transformer 4 di Michael Bay gli calza a pennello. Nessuno più di lui s'intende di cambiamenti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica