Cultura e Spettacoli

«Masterpiece» Parte il talent più difficile: per scrittori

«Masterpiece» Parte il talent più difficile: per scrittori

La quadratura del cerchio. Ovvero: come tradurre un'attività intima, privata, spirituale perfino, in un linguaggio spettacolare, tendenzialmente “pop”. Masterpiece il nome dell'impossibile azzardo tentato da Rai 3: un talent in cui a fare spettacolo, per una volta, non saranno cantanti-attori-acrobati-fantasisti-cuochi. Ma scrittori. «Come si fa a fare tv su un genere che non fa esibizione? - si chiede il direttore di rete, Vianello - Ebbene: proprio questa era la sfida. Lo sterminato mondo di chi ha un pezzo di cuore nella penna, o un romanzo segreto sepolto nel cassetto, era l'ideale per fondere popolarità con cultura». Oltre che di santi, poeti e navigatori - diceva Montanelli - l'Italia è un popolo di scrittori. O sedicenti tali. Non a caso 5000 dattiloscritti hanno travolto i malcapitati Giancarlo De Cataldo, Andrea De Carlo e Taiye Selasi, romanzieri-giudici. «Perlopiù tutta roba che faceva schifo - trancia De Carlo, con la matita rossa - I primi giorni ero molto depresso. Poi ho scovato un talento con l'oro liquido delle cose che nessuna scuola di scrittura creativa può insegnarti». «La nostra è una maledetta scommessa - annota De Cataldo, in punta di penna - Vogliamo dimostrare che la letteratura non è roba per sfigati». Al diavolo la sacralità dello scrivere - dunque - e ben vengano le polemiche. «Anche se in Masterpiece - dice Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale della Bompiani che licenzierà il romanzo vincitore in 100mila copie - c'è molto di più. La speranza di scovare un talento nuovo, imprevisto». Come? Nella prima fase del programma (da domenica) sfide letterarie fra dodici autori, che hanno già presentato un loro romanzo. Nella seconda (da gennaio 2014) limatura del romanzo medesimo attraverso nuove prove, fino alla proclamazione del capolavoro.

Si spera.

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