Figurarsi se non c'è anche lei. Non passa estate senza Baby K e difatti il suo Playa è puntualissimo in gara per il tormentone dell'anno (già quasi 3 milioni di views su YouTube). Dal successo planetario di Roma Bangkok passando per Voglio ballare con te e Da zero a cento, è diventata una garanzia delle radio e delle classifiche. «Musicalmente però stavolta ho voluto cambiare un po'», spiega lei, ossia Claudia Judith Nahum che ha debuttato come rapper poco più di dieci anni fa e ora è una garanzia della classifica pop. Dopotutto è nata a Singapore e ha vissuto a Giacarta e Londra pur rimanendo sempre romana, quindi di cambiamenti se ne intende. «L'importante è evolversi», dice e meno male che c'è chi continua a mettersi in gioco. «Però rimango sempre me stessa, anche se ho cambiato qualcosa» strizza l'occhio.
Che cosa, Baby K?
«Beh Playa non è il solito brano latino ma ha anche ritmiche dance e qualche chitarra che a me fa venire in mente le spiagge di sera. In più il testo è più dedicato all'amore. Certo, c'è la musica, c'è la festa, ma in mezzo c'è il sentimento».
Nella gara dei tormentoni, Playa come si piazzerà?
«Non posso saperlo. Certo mi piacerebbe essere invitata ai Power Hits Estate di Rtl 102.5 a Verona. Vorrebbe dire che è andata molto bene».
Il video è stato girato a Cuba.
«Scelta rischiosa dell'ultimo minuto. Le scene raccontano di L'Avana e Cienfuego dove le abbiamo girate. L'isola di Cuba ha una magia tutta sua che arriva subito evidente».
Anche il cambiamento di Baby K è sempre più evidente.
«Sono più me stessa, sono sempre meno una rapper».
Si era fatta conoscere come la Femmina Alfa del rap italiano.
«Sì certo, ma non si può essere sempre identici. Sto maturando un profilo personale, qualcosa che mi è venuto dopo tanti anni di musica. Oggi non voglio più soltanto far divertire il pubblico ma anche emozionare, trasmettere qualche sensazione profonda».
Come mai?
«Passo dopo passo, mi sento più donna».
Ma come, lei è considerata un sex symbol del nostro pop.
«In realtà, io non ho mai giocato sul sicuro. Ho fatto rap quando una donna rapper era considerato un azzardo e ci sono riuscita. Poi si cresce e oggi sento molto più forte e preponderante la mia parte femminile. E mi sono divertita moltissimo a concentrarmi anche sul testo e sulle melodie di questo brano».
Donna rapper. Chissà quanti pregiudizi.
«Anche oggi. È una lotta costante. Nonostante abbia dimostrato di poter fare più cose, continuano a volermi incapsulare in un cliché prestabilito».
Cioè?
«Molti fanno fatica d accettare che una donna possa essere femminile e forte allo stesso tempo. Che possa giocare con la propria sensualità senza per forza essere debole o fragile. In sostanza sa cosa penso?».
Cosa?
«Che la forza di una donna in carriera sia proprio quella di poter essere a proprio agio con la propria femminilità».
Quindi con il rap è finita?
«No, nei dischi rappo ancora, non ho preclusioni. Nell'ultimo album Icona, io rappo. Ma sono contraria all'idea che un artista debba rappare oppure fare pop. La forza è poter fare bene entrambe le cose».
Baby K ha un buon feedback nel mondo.
«In effetti sì. Ogni stories che pubblico su Instagram riceve commenti dal Brasile, dalla Russia, dall'Argentina, dalla Germania...».
Allora perché non fare qualche concerto là?
«Il mio staff ed io non ci siamo ancora applicati abbastanza su questo argomento»: (sorride - ndr)
Nell'epoca dei
featuring e dei duetti, lei è comunque una delle poche a scegliere di essere da sola.«Ed è una scelta voluta. Voglia far capire a tutti chi sono. E l'unico modo per farlo è metterci la faccia senza se e senza ma...».
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