Cultura e Spettacoli

"Mi gonfiò di botte": confessione choc di Stefania Sandrelli sul calciatore

Dopo quasi 60 anni l'attrice toscana ricorda la tentata violenza subìta da un calciatore della Lazio fidanzato con una sua amica. "Denunciaci ma la cosa fu insabbiata"

"Mi gonfiò di botte": confessione choc di Stefania Sandrelli sul calciatore

Nella sua carriera ha vinto di tutto, dai David di Donatello ai Nastri d'argento ma anche il Leone d'oro alla carriera nel 2005 a Venezia. Ed è proprio dall'ultimo Festival appena concluso che Stefania Sandrelli torna a raccontarsi e parlare di sé: se la sua vita professionale è stata un percorso che l'ha vista spessa acclamata e sulla cresta dell'onda, la bella e brava attrice ha avuto una vita privata turbata da un avvenimento di violenza che ancora oggi è più vivo che mai.

"Siamo sempre a rischio"

La 76enne non ha dimenticato quanto accaduto all'età di 17 anni, ancora minorenne. Intervista dal Messaggero Sandrelli ricorda l'episodio, rimasto scolpito nella sua memoria: "Quando avevo 17 anni un calciatore della Lazio fidanzato con una mia amica provò ad avere un rapporto sessuale con me. Io mi rifiutai e lui mi gonfiò di botte. Lo denunciai, ma la cosa venne insabbiata. Lui ora non c'è più".

La malattia del compagno

Una tale violenza non si dimentica (sono passati quasi 60 anni), rimane sempre con chi la subisce anche e soprattutto perché, come spesso accade, giustizia non fu fatta. Adesso, però, è tempo di pensare al Festival del Cinema di Roma che avrà luogo a metà ottobre. In quell'occasione, la Sandrelli porterà in scena l'Astolfo di Gianni Di Gregorio, poi andrà in Sicilia per girare "L'estate più calda". A un noto settimanale aveva dichiarato che stava pensando al ritiro ma la bella toscana non è ancora pronta alla pensione. "Finché mi offrono dei ruoli, anche piccoli, non sono ancora un'ex attrice. Voglio però prendermi un anno sabbatico per star vicina al mio compagno Giovanni Soldati che ha passato sei mesi in ospedale. La sua malattia mi ha stesa a 4 di bastoni, come dicono a Roma".

Cosa pensa dell'eutanasia

Legatissima alla famiglia, è stata sposata con l'imprenditore Niky Pende dal quale ha divorziato due anni dopo. Da 40 anni ormai il suo uomo è il regista e sceneggiatore italiano. "Spero che Giovanni si responsabilizzi prendendosi cura di sé senza che io gli stia addosso. Del resto 40 anni fa mi sono innamorata di lui proprio perché è così, vive alla giornata. Ma è l'uomo della mia vita", ha spiegato al quotidiano romano. A Venezia ha portato il film "Acqua e anice", tutto incentrato su di lei. "Mi piaceva l'idea di rappresentare il coraggio della protagonista. Inoltre si parla di eutanasia che si pratica anche in Italia, ma senza dirlo. Fatico a parlarne ma andrebbe legalizzata, è una questione di diritti umani".

La sua visione della vita è chiara: sceglierebbe una morte consapevole se sapesse di non avere speranze di farcela. "Sul set e fuori ho sempre incarnato la gioia di vivere, ma una vita senza dignità non merita di essere vissuta", sottolinea. La preoccupazione maggiore, adesso, è per figli e nipoti: lei sogna di vivere la seconda parte della sua vita "in campagna con un somarello, il mio animale preferito. A dire la verità vedo già gli asini dal mio appartamento sulla Cassia affacciato su una vallata. Loro ragliano - conclude - ed io rispondo con un urlo.

Mi dà tanta serenità".

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