"La mia fase tre è tornare a teatro"

Il 15 giugno Gianni Morandi si esibisce al Duse di Bologna. Poi vacanze italiane on the road

"La mia fase tre è tornare a teatro"

L'emozione di cantare ad Assisi per il primo live della Rai, la voglia di ripartire dopo il lockdown, lo spettacolo al teatro di Bologna, e le vacanze, con la moglie Anna, «assolutamente in Italia, on the road». Gianni Morandi imbraccia la sua chitarra, prova e riprova sul palco allestito sul sagrato della Basilica Superiore per la serata di beneficenza ad Assisi, «Con il cuore, nel nome di Francesco» e si racconta al Giornale.

Assisi, un palcoscenico inedito. Davanti a Lei un grande prato verde ma senza pubblico.

«È un'emozione fortissima da tanti punti di vista: il primo perché speriamo di fare una piccola opera buona, cercando di aiutare i frati francescani nella loro raccolta, inviando un sms al 45515; la seconda emozione è che non canto da tanto tempo, con i musicisti, e questa è la prima diretta live, una bella occasione; la terza è che un cenno di speranza arriva dai numeri che sono promettenti, sembra che stiamo veramente uscendo da questa pandemia. Una serata bella emozionante e adrenalinica, e anche se il pubblico non c'è....pazienza, non abbiamo bisogno o voglia di applausi».

Che rapporto ha con Assisi?

«Vengo spesso ad Assisi, come devoto, pellegrino, turista. Sono venuto in tante occasioni, mi ricordo la prima volta che sono venuto non avevo compiuto ancora 20 anni. Diverse volte sono venuto anche con Lucio Dalla, anche la serata Con il cuore è stato un omaggio al grande cantautore».

Come vede il nostro Paese dopo la pandemia?

«È un grandissimo momento di difficoltà, però dobbiamo imboccare tutti la stessa strada, senza andare uno di qua e uno di là e con ognuno che ha la sua idea; bisogna scegliere un'idea e andare avanti, cercare di capire che solo insieme possiamo uscirne bene».

Quale è la fase 3 di Gianni Morandi?

«Ora ho un appuntamento importantissimo: il 15 giugno, giorno della riapertura dei teatri in tutta Italia, suonerò al Teatro Duse di Bologna. Mi sono detto: perché non riprendere da dove ho interrotto i miei concerti? Sarà una serata simbolo; so che ci saranno solamente 200 posti, in un teatro di mille persone, però sarà una serata bellissima, gratuita, e soprattutto con un messaggio di speranza».

Cosa le ha insegnato questa esperienza?

«Si dice che miglioreremo, ma non so. Sicuramente ci ha segnato, ci ha toccato... mi ha insegnato la riscoperta delle cose semplici, con il dolore per le immagini che abbiamo visto ma poi ci siamo accorti che non vale la pena correre tanto, o il cercare tante cose, perché la cosa straordinaria della nostra vita è vivere in maniera normale».

E le vacanze?

«Assolutamente in Italia.

Spesso vado fuori, viaggiamo molto con mia moglie, ma quest'anno abbiamo deciso di restare in Italia, il paese più bello del mondo. Credevo di conoscerlo bene, perché ho cantato un po' dappertutto, ma ci sono sempre posti nuovi da scoprire». SS

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