Tanti volti noti, velocità, gag, musica, complicità, contaminazione e miscuglio di generi. Ecco il concentrato del nuovo Fiorello andato in onda ieri sera nella prima delle anteprime su Raiuno (saranno cinque fino a venerdì) che preparano lo sbarco dello showman sulla rinnovata RaiPlay. In quindici minuti, dopo il Tg1, si è visto il varietà che verrà proposto la settimana prossima, a partire da mercoledì, in formato extended sulla piattaforma on demand della tv di Stato. Titolo Viva RaiPlay. C'era grande attesa per questo ritorno di Fiore sul primo canale, da cui mancava da otto anni (risale al 2011 Ilpiùgrandespettacolodopoilweekend). E lui non poteva presentarsi senza un'idea originale, o comunque un mezzo nuovo per riportare al grande pubblico se stesso e il suo modo di giocare e ironizzare sulla realtà e sulla vita. Perché se, insomma, si è appalesato il Fiore di sempre, però si è preso un compito assai difficile: traghettare il sonnolento pubblico dei canali tradizionali a quelli nuovi, tecnologici di Internet. Scherzando dice «Sono il Matteo Renzi della Rai». In sostanza, un maestro Manzi dell'alfabetizzazione digitale. Lui ci ha messo la faccia, per fare il paladino, il portavoce, il simbolo della riformata piattaforma, che, in buona sostanza, è, dal punto di vista della fruibilità, molto simile a Netflix. Ma, dal punto di vista dei contenuti, uno sterminato archivio di prodotti italiani, compresi quelli storici Rai (e pure internazionali).
Dunque, per decollare alla grande, lo showman siciliano ha chiamato vecchi e nuovi amici. E tanti volti noti della tv e della musica. A partire dall'icona per eccellenza, Raffaella Carrà, che, come si è visto in apertura, si presta a dargli un passaggio in macchina fino a via Asiago, sede (cara al presentatore) di Radio Rai e degli studi dello show multipiattaforma. In loro compagnia un idolo delle nuove generazioni, Achille Lauro, accoppiata ideale per acchiappare spettatori anziani e giovani. E, per non scontentare nessuno, si imbatte anche con il cantautore Calcutta. Poi, cambio di abito in ascensore, incontro con un altro monumento catodico, Pippo Baudo, le coreografie degli Urban Theory, il momento con Giorgia in versione presentatrice, la scenetta sui critici «cattivi», Rose rosse con l'auto-tune, la gag con Antonacci fintamente rimasto fuori dagli ingressi di via Asiago e quella con Mengoni che si trova al piano di sotto. Finale con Amadeus per lanciare I Soliti ignoti, che segue. Scambio di cortesie tra showman che verrà replicata a Sanremo, quando Fiorello sarà protagonista del Festival e Amadeus il conduttore.
Insomma, quindici intensi minuti, a ritmo frenetico, con linguaggi e stili differenti, un varietà nel senso letterale del termine, per dare l'idea che si sta facendo qualcosa di diverso, che si cambia passo. Pillole che si raccolgono intorno a un unico racconto che è poi il traghettamento su RaiPlay. Uno show, anche, per tutti i gusti e tutte le età, che schiaccia l'occhio agli spettatori, perché comunque non si può fare i raffinati quando devi parlare a un largo pubblico. Poi, ognuno degli ingredienti verrà declinato in modo più ampio nelle puntate, da cinquanta minuti l'una, che saranno «caricate» da mercoledì prossimo, anche il giovedì e il venerdì, sempre alle 20,30. Ogni spettatore se le potrà guardare quando gli pare.
Per dire, come è attesa la nuova piattaforma della tv pubblica, ieri Netflix, scherzando ma non troppo, ha mandato frecciatine via twitter postando un bel «Viva RaiFlix» che rimanda alle somiglianze con il sistema del colosso americano dello streaming.
Per chi non lo sapesse ancora, nonostante gli insegnamenti del maestro Fiore-Manzi, per vedere RaiPlay si deve scaricare l'app su telefonini e device, oppure accedere al sito tramite computer o cliccare l'icona sulla smart tv. Bisogna registrarsi, tutto gratuito.
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