«È il mio cinquantesimo disco in sessant'anni di carriera». E già questo vale l'applauso. Ma è standing ovation quando Ornella Vanoni spiega perché a quasi 86 anni è la sola artista al mondo a pubblicare canzoni inedite: «Ho pensato che avrei dovuto fare in fretta perché c'è il rischio che tiri il calzino». Non a caso il disco si intitola Unica. Ornella Vanoni ne parla via Zoom con l'entusiasmo di una debuttante e la spregiudicatezza di chi non ha mai avuto problemi a parlare chiaro, anche a costo di calpestare qualche luogo comune. Ad esempio, quando parla del Coronavirus ci scherza su dicendo che «il virus sembra una pianta grassa» e, quando accenna ai politici, beh è meglio lasciar perdere. In ogni caso tra questi undici brani prodotti da Mauro Pagani ci sono le firme prestigiose di Francesco Gabbani, Renato Zero e Giuliano Sangiorgi, e le voci di Carmen Consoli, Virginia Raffaele e del bravissimo Fabio Ilacqua. Un disco da godere, ammettiamolo, e difatti per ora non sarà in streaming: si ascolta alla vecchia (si fa per dire) maniera, godendone tutti i riflessi. Ma proprio tutti, perché lo merita.
Era spaventata all'idea di fare un altro album?
«Ma va, non c'è più nulla che mi spaventi. Nella mia vita ormai mi sono super analizzata attraverso le depressioni».
In più ha cambiato gran parte della sua squadra, non c'è più Mario Lavezzi con il quale ha inciso gran bei dischi.
«Lo avevo proposto, ma poi si è deciso di cambiare. Questo progetto mi ha portato a conoscere persone nuove, piene di idee e di talento, con le quali mi sono divertita molto a collaborare. La passione unita alla risata è il bello di fare musica».
Non a caso il primo singolo si intitola Un sorriso dentro al pianto.
«È firmato da Francesco Gabbani. Ci siamo conosciuti a cena, mi è stato subito simpaticissimo, abbiamo riso molto. Poi è andato a casa, diceva che non riusciva a finire il brano ma a me sembrava andasse benissimo».
E invece Carezza d'autunno con Carmen Consoli?
«Carmen ed io ci sentiamo solo una volta all'anno. È nata l'idea di questa collaborazione e il pezzo, per dirla tutta, è molto criptico».
Ornella si nasce è firmata da Renato Zero.
«Avremmo potuto anche farne un duetto, ma poi non si è realizzato».
Ha già deciso quale di queste nuove canzoni canterà al Festival di Sanremo?
«Il Festival? Finché non mi mandano una email con su scritto cara signora, la invitiamo all'Ariston, io non so nulla. Di certo in gara non ci andrò mai più».
A proposito, nel disco c'è un divertissement di classe: Un tè allo specchio. Cantata con Virginia Raffaele, la sua «imitatrice di fiducia».
«Beh lei è molto divertente e difatti non mi sono mai arrabbiata per le sue imitazioni, come qualcuno magari ha pensato».
Però, signora Vanoni, avrà qualche progetto, oppure la paura del Covid la tiene bloccata a casa, anche se lei l'ha avuto e superato in autunno?
«Io sto attenta ma esco lo stesso. Se sei terrorizzato, vivi male e stai peggio».
Beh però l'età...
«Ma perché fermarsi? Tanto tempo fa ho conosciuto Luigi Vietti (l'architetto che l'Aga Khan chiamò per inventare la Costa Smeralda, ndr). Aveva 91 anni ma faceva progetti uno dopo l'altro, ben sapendo che non sarebbe riuscito a realizzarli. È il dono della creatività e della curiosità, e quello non ha età».
Legge sempre tanti libri?
«No, ormai sono schiava di Netflix e di serie come La regina degli scacchi o Undoing, bellissima».
Non ha rivelato qual è il progetto che vorrebbe realizzare.
«È un sogno tutto mio: vorrei tornare a fare un paio di concerti con Gino Paoli, magari uno a Milano e uno a Roma. Così lo convinco ad alzarsi da quel divano dove si è stabilito per la pandemia».
Tutto naturalmente all'insegna dell'eleganza, proprio come questo disco.
«Ma basta con questa eleganza! Talvolta penso a quanta distanza possa creare con il pubblico. Io voglio uscire in sneakers e abito da sera, anche con un buco da qualche parte. Bisogna andare oltre».
Magari potrebbe fare un brano con qualche artista giovane.
«Beh a Marracash faccio il filo da un anno e mezzo. Ma non dico nulla per scaramanzia...».
Allora parli di politica.
«Per carità, la politica mi fa incaz... Meglio che mi trattenga altrimenti mi viene un ictus o un infarto. Ma non è possibile avere dei non politici al governo, non è veramente possibile!».
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