Cultura e Spettacoli

Mirca Viola: "Per amore di mio figlio porto in scena il silenzio delle donne"

Dopo tanto cinema, l'ex Miss Italia Mirca Viola si dedica al teatro, portando in scena uno spettacolo prodotto da suo marito che parla di violenza sulle donne. Sul palco anche Nicholas, uno dei suoi due figli

Mirca Viola: "Per amore di mio figlio porto in scena il silenzio delle donne"

Molti la ricorderanno come una delle più belle “Miss Italia” che abbiamo avuto, ma al contrario di molte, il cui desiderio era quello di far parte del mondo dello spettacolo come showgirl, o cantanti, Mirca Viola ha cambiato da subito rotta dedicandosi al cinema, suo grande amore, ma soprattutto alla regia. Dalla sua passione sono nati due film: “L’amore fa male” e “Cam Girl”, due creature che ha amato e ama moltissimo. Ora nella sua carriera c’è un altro cambio di rotta ed insieme al marito che è un produttore, e ad il figlio, attore, si appresta ad affrontare una nuova avventura, quella con il teatro, nella pieces teatrale “Silence, il silenzio di una donna”, che parla di violenza sulle donne.

Come mai ha deciso di produrre uno spettacolo teatrale?

“Questo spettacolo e ci tengo a precisarlo, perché lui ci tiene ed è importante questa cosa, è prodotto da mio marito Enzo Gallo. Fino ad ora si è occupato di cinema, sia impegnato che commerciale, e questa è la sua prima esperienza teatrale. Io ho avuto soltanto avuto il merito di segnalargliela perché avevo letto questa sceneggiatura, da un amico regista Sergio Pisapia Fiore che cura anche la regia teatrale, è parlava di una tematica alla quale tenevo da tempo, che riguarda il mondo femminile e la violenza sulle donne. Quindi gliel'ho proposta e a lui è piaciuto come è stato sviluppato l'argomento e così ha deciso di produrlo. Mi fa molto piacere perché credo che questo tema vada sensibilizzato a livello maschile, altrimenti facciamo le battaglie tra donne, ma noi dobbiamo arrivare a farlo capire agli uomini questo problema, perché noi siamo quelle che lo subiamo principalmente”.

Perché la scelta di far recitare suo figlio?

“Nicholas non ha un ruolo principale, il protagonista è Antonello Fassari, però ci siamo spesso trovati a collaborare insieme, anche quando io ho fatto le mie regie ha lavorato con me, e quindi quando c'è un ruolo che penso sia adatto glielo propongo”.

Suo figlio fa l’attore, in questa scelta quanto c'è lo "zampino" suo e di suo marito?

"Troppo, infatti a volte ci sentiamo colpevoli... No per carità, sicuramente è un bellissimo lavoro ma, è sempre molto difficile, perché condizionato da molti fattori, e quindi non sempre meritocratico. Comunque l'importante, quello che dico sempre sui miei figli, è che loro riescano a fare ciò che amano nella vita, perché credo sia un grande dono riuscire a vivere il proprio lavoro, anche se non si diventa ricchi".

Lei ha anche una figlia anche lei lavora nel mondo del cinema?

“Sì Angelica, anche lei ha la 'malattia di famiglia' come dice mio marito. Bene o male crescendo in una famiglia dove si parla e si vive di cinema dalla mattina alla sera i figli assorbono le stesse energie. Angelica però non recita, ma è nel settore della regia. Ha iniziato con dei piccoli cortometraggi, sta affrontando delle tematiche sociali. La vedo molto impegnata e determinata, a volte scoraggiata, ma io le dico che niente è facile nella vita, quindi se si molla alle prime difficoltà non si va da nessuna parte”.

Ha iniziato con “Miss Italia”, come ci è poi arrivata al cinema. Immagino che suo marito l’avrà di sicuro influenzata, ma cosa l’ha fatto innamorare di questo lavoro?

"In realtà io sono nata come modella. Le mie prime esperienze professionali, ancora prima di partecipare a Miss Italia, sono state da giovanissima nel mondo della moda. Però ho sempre avuto questo desiderio, più che di diventare attrice, di fare la regista, ma sin da quando ero piccola. Poi però la vita poi mi ha portato a percorrere altre strade, quindi ho fatto la modella, ho lavorato poi in televisione, ho fatto l'attrice, ma sempre pensando e sperando un giorno di riuscire a fare la regista perché dentro di me io avevo questo sogno. Parallelamente quindi alla mia vita diciamo artistica, insieme a mio marito con cui sto insieme da quando avevo 17 anni, verso i 25 anni ho iniziato a muovere i primi passi dietro la macchina da presa. Ho fatto l'assistente alla regia, mi sono occupata di produzione, tutto ciò che riguardava il set, proprio perché volevo imparare a capire come alla fine si realizza un film, si dirige un set, o si creare una storia. Insomma a far materializzare un'idea, in qualche modo. Il mio primo debutto l'ho fatto dopo i quaranta anni, ho aspettato un po' prima di sentirmi pronta, però l’importante è esserci riuscita”.

Si parla tanto della violenza sulle donne, che cosa l’ha fatta innamorare di questa sceneggiatura rispetto magari ad altre dove si parla sempre dello stesso argomento?

“Diciamo che in questo testo viene messa in evidenza l'opinione pubblica, quindi cosa succede, come siamo condizionati molte volte, all'interno delle famiglie su quello che pensa la gente, spesso addirittura sacrificando le persone che amiamo, pensando sempre che conta di più quello che pensano gli altri. Ecco in questo testo, questa cosa viene messa molto in evidenza, in fondo dobbiamo prima pensare a cosa succede nelle nostre case, prima di pensare a cosa ne pensano gli altri”.

Che risposta si aspetta dal pubblico?

“Spero che si senta coinvolta da una storia che riguarda tante storie che leggiamo spesso sui giornali, che noi in qualche modo sentiamo di raccontare per cercare il più possibile di sensibilizzare la persone affinché se ne parli”.

Debuttate a Roma, poi lo spettacolo sarà itinerante?

“Lo spettacolo parte quest'anno dal teatro Flaiano di Roma dal 24 al 27 ottobre Sicuramente la stagione prossima ci sarà la tournée”

C’è la possibilità che questo spettacolo possa diventare un film per il grande schermo?

“Ci stiamo pensando perché il potenziale ce l'ha, può sicuramente diventare un film”.

Un’ultima domanda, volevamo che ci raccontasse l’emozione della prima volta che è stata dietro la macchina da presa, visti tutti gli anni in cui si è preparata e l’ha sognato...

“Sicuramene quando ho girato il mio primo film è stato uno dei momenti più importanti della mia vita. Significava aver raggiunto l’obiettivo che ho desiderato per tanti anni, e sul quale ha costruito giorno per giorno a piccoli passi. Alla fine concretizzare diventa veramente un momento davvero importantissimo, ma allo stesso tempo siccome è la prima volta che lo fai, non nascondo che avevo anche tante paure e un po' di lacune perché ce le hai sempre quando fai un primo film. Però alla fine mi sono trovata bene sia con gli attori che hanno formato un cast eccezionale e anche il film nel suo insieme l'ho amato molto. Sicuramente oggi se dovessi rigirarlo, certe cose non le rifarei, ma questo lo dice solo l'esperienza. Però sono contenta perché spesso uno dei due, lo vedo in tv, e so che è stato anche molto apprezzato, quindi tutto sommato per me è stata veramente un'esperienza molto importante e significativa piena di entusiasmo ma anche di paure, e quello non lo nascondo. Spero di continuare a farlo, sto lavorando ad un nuovo progetto, ma ne parlo poco perché le cose è sempre meglio dirle quando sono realizzate non quando ce le hai soltanto in testa.

Spero comunque di mettermi al lavoro presto su un nuovo progetto di regia”.

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