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La missione (compiuta) di Daniele Battaglia

Che sia solo soletto dagli studi di Radio 105, oppure da Formentera in coppia con Alan Caligiuri come in queste settimane, Daniele Battaglia è ormai diventato un punto di riferimento della radiofonia italiana. Occhio: per esser riconosciuto come bravo ha impiegato il doppio di qualsiasi altro speaker radiofonico perché lui, si sa, è il figlio di Dodi Battaglia dei Pooh e in Italia i figli d'arte partono sempre con il pregiudizio contro. Impiegano un bel po' prima di giocarsela alla pari e lasciarsi alle spalle tutte le malelingue. Però lui è andato avanti dritto come un fuso, senza lamentarsi o piangersi addosso e adesso, sia in versione solista dalle 12 alle 14 che, appunto, da Rigatoni Beach di Formentera riesce a essere l'ago della bilancia di due ore di radio come si deve. Allegra e motivata. Mai esagerata, a differenza di altri format di quella stessa rete. E, soprattutto, positiva. Per ogni argomento in scaletta, Daniele Battaglia riesce a trovare la misura giusta, senza mai eccedere e (ancor più importante) senza aggiungersi alla lunghissima fila di deejay che sono diventati amplificatori del lato peggiore del web e dei social.

Più è grossa e incredibile la provocazione o la volgarità del giorno, più spazio ha in onda. Un gioco a perdere che azzoppa la qualità di tante radio. Ma che gira alla larga dalle due ore di Daniele Battaglia, uno che ha la missione dei deejay di una volta: regalare serenità e compagnia.

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