Ha composto il cupo riff di organo che apre Child in Time, e tanto basta a inserirlo con tutti gli onori nell'Olimpo del rock. Gli appassionati avranno capito che parliamo del tastierista Jon Lord, mago dell'organo Hammond («il segreto è non suonare l'Hammond come un pianoforte», diceva) fondatore dei Deep Purple e leader della band tra il 1968 e il 1970 (ma è entrato e uscito dal gruppo moltissime volte) scomparso ieri, a 71 anni, per un'embolia polmonare mentre lottava contro un cancro al pancreas. Figura seminale del rock inglese, Lord è stato un pioniere di quel rock progressivo che univa la sperimentazione e i suoni della musica classica. Snobbando le lusinghe del sintetizzatore Lord si buttò sugli strumenti canonici costruendo così uno stile autonomo e molto imitato. Rock e musica barocca si uniscono nella sua musica già nel 1969 in lavori come Concerto For Group and Orchestra, movimento in tre parti scritto da Lord ed eseguito dai Deep Purple alla Royal Albert Hall (uno dei primi gruppi rock ad entrare nel tempio della musica classica) fino ai concerti con la London Symphony Orchestra di fine anni Novanta.
Influenzato da Bach come dallo stile di organisti di blues e jazz quali Jimmy Smith e Brother Jack McDuff così come dai Vanilla Fudge (la band che anticipò il progressive) Lord ha segnato con il suo sound lo stile dei primi Deep Purple. «Senza di lui - ha dichiarato il cantante Ian Gillan - non avremmo mantenuto l'equilibrio musicale, infatti con la sua uscita dalla band abbiamo imboccato decisamente la strada del rock duro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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