Ma che bello. Fuori dal Forum l'aspettava la più popular della parate pop, abiti e parrucche pazzesche, drag queen, colori forsennati, insomma il pubblico di «little monsters» come li chiamano. E dentro lei ha messo in scena la più farsesca e divertente delle tragedie pop: Dottor Lady e Mister Gaga, la realtà contro le paure o forse, meglio, i sogni contro le ossessioni. Boato (in tribuna anche Gianna Nannini, Giorgio Armani, Donatella Versace, Simona Ventura ed Emma Marrone). Lady Gaga al suo suppergiù sessantesimo concerto dell'anno (Forum tutto esaurito, oltre undicimila persone) entra subito nella parte della «buona» cantando Highway unicorn in sella a una creatura meccanica a quattro zampe, diciamo un cavallo. E per tutto lo show cercherà di sconfiggere la cattiva, il suo alter ego chiamato «Mother GOAT». Ha i suoi stessi lineamenti, però deformati dentro un neon che spunta qui e là nell'enorme castello gotico al centro della scena. La passione ingenua (Dottor Lady) contro le perversioni dell'ambizione (Mister Gaga). Indovinate chi vince: dopo quattro apparizioni, il mostro sarà sconfitto, nel mezzo una rasoiata di 26 canzoni in quello che è un kolossal kitsch diviso in cinque atti e farcito di successoni come Bad romance (al termine del quale parte con un discorso che mescola governo e bambini...) e la decisiva Poker face che arriva giusto prima dei bis.
Punto di forza (o di debolezza, dipende): Lady Gaga canta dal vivo e talvolta ansima troppo, si mangia i finali delle parole e, oddio, non sempre è un bel sentire. Strilla pure, accidenti quanto. Però canta, niente playback come Madonna. E parla. Per di più parla da sorella o da amica, mai da primadonna inarrivabile. Persino quando Just dance fa vibrare il pavimento tanto è ingolfata di bassi, Lady Gaga rimane ben piantata in mezzo ai fan. Sarà per questo, e non solo simbolicamente, che sale in cima al castello solo per iniziare Judas, l'apoteosi del tradimento e quindi la negazione della vicinanza con i fan. Anche se è una diva, Lady Gaga è very popular. E, proprio adesso che da icona (pop) si prepara a sublimarsi in app (il nuovo album si intitolerà forse Artpop e uscirà anche compatibile con ipad), le rimane quell'istinto vagamente rock che il pubblico assorbe con una passione mai così trasversale. Al Forum ci sono persone di tutte le età e, soprattutto, pressoché incompatibili, anche esteticamente, tra loro. Per dire, l'impiegato e la cubista. Lady Gaga li titilla, li coccola, li eccita («chi vuole un pomp... stanotte?» dice scherzando). Sono tutti scatenati quando canta Alejandro con un reggiseno che ha un mitragliatore sulle coppe. E tutti quasi stupiti, quando si siede al piano per Hair. Lei da sola (poi invita una fan). Lei e la sua gente, quella che vorrebbe trasformare in una «nuova specie all'interno della specie umana». Un tantino pretenziosa. Però uno show così è uno sforzo gigantesco per lei, per i 12 ballerini e persino per il buon gusto visto che durante Born this way spunta un pallone gonfiabile che assume la forma del pancione e delle gambe di una donna incinta dalla cui cerniera-vagina spunta Lady Gaga. Pubblico impazzito, ça va sans dire.
In poche parole, è lo show più esagerato del momento. Perciò vecchio, perché la musica dal vivo si sta normalizzando. Ma anche nuovo perché questa Stefani Joanne Angelina Germanotta ha distillato una nuova alchimia con il pubblico.
Lei è una «primus inter pares», si mette allo stesso livello di chi la ascolta, distruggendo così quel legame folle e glamour, perverso e talvolta assassino che per mezzo secolo ha tenuto le popstar lontane dalla loro gente. E allora, se ci fate caso, la prima della nuova specie umana è proprio lei, con tutti i pregi e, per fortuna, anche i difetti che ormai non va neanche più di moda mascherare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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