«Sono qui perché questo non è un talent, tanto meno un reality, ma è un programma musicale. Le sue potenzialità devono essere ancora metabolizzare dal pubblico, ma è un grande laboratorio e ci sono cantanti molto forti». Ecco, nella parole di Piero Pelù, risiede la filosofia di TheVoice, lo show in cerca di nuovi cantanti che riparte domani sera su Raidue. Nella seconda edizione il programma che ha sostituito X Factor migrato su Sky Uno, ripropone come coach Pelù, che incarna l'anima rock, Raffaella Carrà, che incarna la tradizione (ma lei è la più moderna di tutti), Noemi, anima più pop, e al posto di Riccardo Cocciante, la novità è J-Ax (ex Articolo 31) chiamato a rappresentare il rap, genere musicale che la televisione ha scoperto da poco. «Ho deciso di accettare questo ruolo - ha spiegato J-Ax ai cronisti che sottolineavo come la sua storia, la sua musica, la sua carriera sia stata sempre lontano dallo show - perché finalmente la tv si è accorta del rap che in realtà è importante fin dagli anni '90. Ed è figo che per parlarne in tv abbiano chiamato me». «Fino ad ora i rapper veri hanno sempre diffidato del piccolo schermo - ha aggiunto - perché la nostra musica in televisione è sempre stato trattato con poca credibilità, ma le cose stanno cambiando come dimostra la vittoria di Rocco Hunt tra i giovani a Sanremo e quella di Moreno ad Amici». Ma perché Cocciante è stato sostituito? «Nessun mistero - risponde il direttore di Raidue Teodoli - già lo scorso anno aveva detto che non avrebbe potuto partecipare per impegni internazionali».
Altra novità di questa edizione (produzione società La talpa) il cambio di conduzione: sul palco a dirigere le esibizioni ci sarà Federico Russo, volto di Mtv e Sky Sport, mentre Valentina Correani si occuperà della parte web, che avrà un ruolo molto importante: on line ci sarà un vero programma live parallelo a quello in video con una forte interazione con gli utenti.
Resta da capire il «punto debole» dell'operazione: uno show che, televisivamente parlando, lo scorso anno ha funzionato, ma che non è riuscito a sfornare talenti in grado di affermarsi sul mercato musicale. Elhaida Dani, la vincitrice della prima edizione, non ha sfondato e l'unica nota di rilievo è stata la partecipazione, peraltro poco effervescente, di Veronica De Simone, terza classifica di The Voice a Sanremo giovani. «La verità - prova a dare una spiegazione Raffaella Carrà - è che per sfondare ci vogliono tre cose: il talento, la fortuna e, soprattutto, un brano che spacca. Noi non possiamo far altro che dare ai giovani una vetrina, poi, fuori di qui, spetta al mercato, ai discografici e a buoni autori fare il resto». Marco Mazzi, consulente musicale del programma, azzarda una scommessa: «Ci diamo il tempo di tre edizioni per scovare una nuova stella. Siamo partiti solo lo scorso anno e, credo, che già in questa edizione avremo belle sorprese. Vedremo». Pelù chiosa: «Da qui non deve uscire un artista che canta brani strappalacrime...»
Intanto domani si parte con le «blind audition», ovvero le cinque puntate già registrate e durante le quali i quattro coach hanno composto la propria squadra di sedici elementi, scelti «al buio» in base alla voce e non all'aspetto fisico. A seguire sarà la volta delle due «battle», cioè duelli tra concorrenti della stessa squadra con l'opzione «steal»: il cantante eliminato potrà essere recuperato da un altro coach. Poi le puntate «knockout», con le sfide intestine alla medesima squadra ma senza ripescaggio. Per continuare, tra maggio e giugno, con le cinque puntate live con gli ospiti internazionali: finale il 5 giugno.
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