Cultura e Spettacoli

"Nel mio confessorio ci saranno vecchi amici e anche nuove canzoni"

L'artista napoletano da stasera su Raitre con "Qui e adesso" (stesso titolo del disco)

"Nel mio confessorio ci saranno vecchi amici e anche nuove canzoni"

Scusi, Massimo Ranieri, lei come si definirebbe?

«Sono un uomo di spettacolo. Sono sempre lo stesso sia sul palco che in tv».

Per questo ha pubblicato il disco «Qui e adesso» e stasera inizia un programma su Raitre con lo stesso titolo?

«Mi piace la scoperta, vivo di entusiasmi. E poi credo nel mio mestiere, che non è un lavoro ma proprio un mestiere. Ed è l'unico che io sappia fare».

Ha duettato con Tiziano Ferro in «Perdere l'amore» (a Sanremo e poi in radio la scorsa estate). Si sente il suo maestro?

«No, al limite sono il suo fratello maggiore. I miei maestri sono stati Peppino Patroni Griffi e poi il grande Giorgio Strehler. Diciamo che adesso abbiamo perso tutti i grandi maestri».

Stasera su Raitre Massimo Ranieri debutta in prima serata con uno spettacolo che è un po' talk e un po' show e sulla carta rispecchia le sue due anime: quella di intrattenitore e quella di cantante dalla voce potente e cristallina. Per quattro puntate ci saranno presenze fisse, come gli irresistibili The Jackal, e ospiti che parleranno e duetteranno come Francesco De Gregori, Renato Zero, Gianna Nannini, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che entreranno in camerino (è «il mio confessorio»), si racconteranno e poi, se capita, andranno sul palco a duettare. Non a caso Ranieri non ha voluto un semplice studio televisivo, ma proprio un teatro. D'altronde lui lo conosce bene, visto che da decenni lo frequenta in ogni parte d'Italia. E così ha registrato Qui e adesso al Teatro Sistina di Roma, uno dei centri nevralgici del teatro italiano.

Che cosa si aspetta?

«In realtà non volevo tornare in tv, soprattutto dopo che le 10 puntate di Sogno e son desto sono andate in onda in replica nei mesi estivi. Ma Franco Di Mare (il direttore di Raitre - ndr) è napoletano come me e mi ha detto che ci teneva a lavorare insieme. Ho pensato che su Rai3 non avrei fatto il varietà ma una cosa nuova e mi sono attizzato. Così è nato uno show talk, una sorta di confessorio con chiacchierate confidenziali con tanti colleghi».

Qual è la differenza rispetto ad altri incontri tv?

«Diciamo che l'atmosfera ci consente di raccontarci cose che altrove viene meno spontaneo raccontare».

Insomma, che programma è?

«Non è del tipo Signore e signori, ecco a voi. È diverso, o almeno così lo abbiamo pensato».

Però è su Raitre, non su Raiuno.

«Certo, sono due reti diverse. Mi aspetto che una fetta del pubblico che mi segue sempre, il cosiddetto zoccolo duro, mi segua anche qui».

Qui e Adesso.

«Ma non è una condizione fondamentale. Il bello è aver pensato e fatto uno show diverso dal solito».

Anche il suo disco è diverso dal solito. Intanto c'è un produttore imprevedibile, ossia il canadese Gino Vannelli icona degli anni Ottanta. E poi c'è una scaletta mista.

«Ho reso onore ad alcune perle pubblicate negli anni '70 che non erano state abbastanza valorizzate come Via del Conservatorio, Ti Ruberei per una donna, Quando l'amore diventa poesia»

Tra i brani inediti spunta «Quando il sogno diventa inutile» di Charles Aznavour.

«Lo incontrai anni fa in Costa Azzurra, mi fece sentire questa canzone poi mi disse: Te la regalo».

Ranieri, lei ha vinto il Festival di Sanremo ma non lo ha mai presentato.

«Non l'ho mai fatto e forse non lo farò mai. Ma, se devo esser sincero, mi piacerebbe farlo. Magari nel 2022, se ci fosse l'occasione».

Pacchetto completo: presentatore e direttore artistico?

«Macché, non mi sento di giudicare le canzoni di altri, non mi sembra giusto fare un torto escludendo chi scrive un brano.

E poi soltanto Dio può giudicare, non di certo io».

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