Cultura e Spettacoli

Ma neppure Kant sarebbe sopravvissuto sull'isola di "Lost"

La filosofia è alla base di molte serie di successo E ripassarla in televisione è anche divertente...

Ma neppure Kant sarebbe sopravvissuto sull'isola di "Lost"

Per molti studenti liceali la storia della filosofia che si insegna a scuola è tra le storie meno appassionanti che conoscano. Eppure questi ragazzi amano le storie. Oggi più di ieri. Raccontano se stessi sui vari social, senza perdere di vista quanto pubblicato dai loro coetanei o dai personaggi famosi più amati. E, soprattutto, seguono con passione le storie delle serie tv, come Lost, Breaking Bad, The Walking Dead, Black Mirror, Il Trono di Spade. Queste serie hanno una caratteristica che le distingue dalle altre: hanno una forte componente filosofica che ha contribuito al loro successo. Gli sceneggiatori di queste opere sono stati audaci: hanno puntato sull'intelligenza dello spettatore e su una serialità dalla qualità altissima, quando lo spettatore televisivo era visto dalla sociologia spicciola come un idiota passivo e semplice carne da televisione. Gli sceneggiatori hanno intuito la forza della profonda riflessione filosofica per coinvolgere lo spettatore. Per cui, capite bene, da professore di filosofia mi sono detto: «basta solo una piccola spinta e l'attenzione dei miei studenti sarà totale».

Da parte mia avevo molta energia per spingere nella direzione che ha dato origine a La filosofia spiegata con le serie tv. Sono arrivato, infatti, a scuola, dopo quasi un decennio di insegnamento universitario dedicato allo studio filosofico dei fenomeni della cosiddetta «cultura di massa» e in particolare delle nuove serie televisive. Così, i miei ragazzi si sono ritrovati il primo giorno di scuola con un professore che conosceva bene sia la filosofia, sia le loro adorate serie tv!

Immaginate per un momento la loro faccia. Soprattutto quando ho spiegato Parmenide attraverso le parole dell'affascinante protagonista della serie True Detective. Oppure quando hanno capito la condanna di Platone della scrittura come strumento di registrazione attraverso i futuristici (ma plausibili) dispositivi tecnologici che appaiono nella serie Black Mirror. Disorientamento iniziale, stupore, ma la filosofia, ci ricorda proprio il grande Aristotele, nasce dalla meraviglia. La meraviglia si è fatta ancora più grande quando i ragazzi hanno capito che alla base del successo di ogni storia c'erano proprio le regole esposte nella Poetica di Aristotele. Un testo che abbiamo letto insieme, e con passione, perché per loro era diventata la chiave per la costruzione di storie coinvolgenti.

Il connubio tra serie tv e filosofia ha dato così luogo non soltanto a esempi, ad attualizzazioni, ma ha anche permesso di creare un ambiente di lavoro dove si apprende «come funzionano» le storie che amano tanto e da lì la tecnologia che usano o la politica, verso la quale mostravano all'inizio indifferenza, ma che poi si è scoperta anch'essa basata sull'efficacia di narrazioni.

A proposito de La filosofia spiegata con le serie tv si è parlato di rivoluzione didattica. Credo sia vero, perché per me si è trattato di superare sia la centralità del docente, sia quella dello studente. Abbiamo messo al centro le storie, l'istinto tutto umano di raccontare e le tecniche più sofisticate della narrazione, per rinnovare lo studio della filosofia, non a caso da sempre associata, in Italia, allo studio della storia. Mettere al centro le storie, soprattutto quelle delle nuove serie tv, ha significato anche far interagire i ragazzi con una complessità che non ha niente da invidiare, a volte, ai grandi classici della storia del pensiero. Così è nato l'esperimento mentale, suggeritomi dagli studenti, di immaginare Kant sull'isola della serie tv Lost, per vedere come se la sarebbe cavata con i suoi numerosi enigmi.

Abbiamo, dunque, rinunciato alla semplificazione per una complessità coinvolgente e divertente al tempo stesso. E i lettori del libro si accorgeranno soprattutto di questo: di un'avventura fatta insieme, tra i banchi di scuola. Tanti anni fa Luciano De Crescenzo con la sua pregevole arte divulgativa fece amare a tantissimi la filosofia greca. Da napoletano, e convinto sostenitore della diffusione del sapere, non potevo non raccogliere la sfida per i ragazzi, e per tutti quelli che vogliono avvicinarsi a questa affascinante disciplina, nell'epoca del successo delle nuove serie tv.

Caratterizzata dalla parola d'ordine: niente spoiler.

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