E come si fa ora? Non si potrà controllare se Rambo batte Giannini e Floris. Non si potrà seguire la lotta colpo su colpo che prosegue da anni tra Affari tuoi e Striscia la notizia . Non si potrà esultare per i risultati pazzeschi delle partite di calcio. Non si potrà sorridere sui funambolici comunicati degli uffici stampa che cercano di convincere che un programma ha avuto un discreto successo anche se è stato un flop. Ma, soprattutto, le aziende non potranno verificare se i soldoni che hanno investito in determinati programmi sono stati spesi bene. Insomma, nella storia dell'Auditel non si era mai visto nulla di simile. Per due settimane non verranno resi pubblici i dati degli ascolti televisivi. La rilevazione continuerà a essere effettuata, ma quei numerini magici saranno comunicati solo alle emittenti, che li potranno usare solo internamente. Non saranno forniti agli investitori pubblicitari né ai media. Sarà come essere in un limbo.
La decisione è stata presa ieri mattina dal Cda Auditel che si è riunito per porre un rimedio alla falla che si è aperta la settimana scorsa quando, per errore umano, una mail che mostrava nell'intestazione i nomi degli altri componenti del panel è arrivata alle famiglie campione. Normalmente sono schermati perché la segretezza sta alla base di tutto il sistema Auditel. Una falla diventata un'inondazione. I campioni coinvolti sono infatti 4000 su 5660, persone che hanno il meter di rilevazione in casa e che, se rese note, potrebbero essere influenzate nelle loro scelte su quali programmi sintonizzarsi. Non si tratta solo infatti di vedere che vince tra la Clerici o la De Filippi: sui risultati di ascolto si basano gli investimenti pubblicitari. Circa 4 miliardi all'anno di incassi tra tutte le emittenti.
Il periodo di due settimane di sospensione della comunicazione dei dati servirà ad Auditel per approfondire i sistemi per uscire da questa intricata vicenda. La società - si spiega in un comunicato - procederà, nei prossimi mesi, alla completa sostituzione dell'attuale campione e contemporaneamente proseguirà, come previsto, nel processo di allargamento del numero di famiglie per un totale di 15.600. In sostanza si era già deciso di allargare il panel, cioè il numero delle famiglie campione, ora si procederà a sostituire anche quello già esistente. Nel prossimo cda, che si terrà a fine mese, si deciderà se continuare a comunicare i dati alle sole emittenti, se tornare a riferirli pubblicamente o se sospendere completamente la rilevazione. «È una soluzione prudente, responsabile, trasparente e presa rapidamente, che ci permette di costruire un percorso che guarda al futuro di un Auditel più aderente ai tempi con un rinnovo totale del campione - ha commentato il presidente di Upa (l'unione delle aziende che investono in pubblicità) Lorenzo Sassoli De Bianchi». Non è sulla stessa lunghezza d'onda Mediaset (che con Rai, Sky, La7 e gli investitori fanno parte del Cda Auditel): «Mediaset è fiduciosa che la vicenda si concluda in modo positivo. Ma poiché la mancata diffusione dei dati di audience costituisce un vuoto grave per il mercato e soprattutto per gli investitori pubblicitari, Mediaset non può accettare una pausa superiore alle due settimane annunciate. In caso contrario, si vedrà costretta a ricercare ogni possbile e lecita soluzione al fine di dare certezza al mercato». La questione arriva anche in parlamento: i due parlamentari Pd della commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi chiedono un intervento di Agcom e Antitrust. Per i due si tratta di una vicenda «che rischia di creare tra l'altro un grave danno all'intero sistema televisivo e quindi anche alla Rai. È necessario che venga fatta chiarezza su un sistema opaco, costruito su intrecci che hanno salvaguardato per anni vecchi equilibri superati».
La Nielsen, società tecnica che rileva i dati, ha fatto sapere che dall'indagine interna effettuata non sono state rilevate alterazioni dei dati a causa dello «svelamento» dei nomi e che sosterrà in proprio l'intero costo del completo rinnovamento del campione, in un tempo che l'Upa ha chiesto sia contenuto in cinque mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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