Ma a loro non importa. A loro importa suonare. E sopravvivere. I Dinosaur Jr, che sono i paladini di un rock alternativo fatto di note acide e basta, sono saliti ieri sera sul palco del Giffoni Film Festival (in un concerto organizzato da Giffoni@Neapolis) e hanno fatto a modo loro: volume altissimo, canzoni senza fronzoli e soprattutto senza parole. In fondo il capobanda J Mascis (al secolo Joseph Donald Mascis, 46 anni da Amherst, Massachusetts, capelli bianchi e lunghi, un tipo diciamo molto essenziale nel dialogo) ha fatto dell'essenzialità la propria bandiera. Parla con la musica e il nuovo album in uscita a settembre, I bet the sky, da solo basta a confermare che senza questo trio di profughi rockettari non ci sarebbero stati il grunge e i Nirvana.
«Ma davvero?». I Dinosaur Jr sono la sublimazione del rumore mescolato alla melodia, della musica alternativa fusa con le armonie commerciali. E hanno aperto una strada. «Ma davvero?». Dopo quasi trent'anni di vita sulla strada (si sono formati nel 1983 nel Massachusetts) hanno un seguito di pubblico fedelissimo e, caso strano, la stima della critica, persino di quella ultra integralista. Ma loro neppure se ne accorgono: «Adesso voglio solo controllare che il volume degli amplificatori sia come voglio io».
Ma scusi, mister Mascis, possibile che i Dinosaur Jr siano ancora così puristi?
«Non saprei direi che cosa siamo. Noi suoniamo e basta».
Che cosa? Aiuterebbe una definizione di com'è il vostro rock.
«Rock che nasce dall'anima. E che non ha filtri ma solo ossessioni».
A volume alto.
«Altissimo».
Tuttora?
«Quando abbiamo iniziato nessuno voleva ascoltarci. Non dico per scherzare: nei primi tempi non ci voleva ascoltare nessuno».
Ossia?
«Nei piccoli club della nostra zona, il pubblico arrivava, ci sentiva suonare, percepiva che c'era un volume smisurato e allora beveva qualcosa al bar e poi se ne andava. E noi finivamo di suonare quasi da soli».
Umiliante.
«No, il rifiuto è presente nel concetto di rock».
Adesso però i Dinosaur Jr sono simboli intoccabili.
«Così sembra».
A chi va il merito?
«Ho iniziato ascoltando Black Sabbath, Led Zeppelin, Neil Young, quella musica che ci ha ispirato perché è quella che sentiamo dentro l'anima. E che convive con le nostre ossessioni».
Ma voi tre dei Dinosaur siete spesso in disaccordo. Siete addirittura stati separati per sette anni.
«Ogni tanto la solitudine ci vuole».
Ma quando vi siete riuniti neppure vi parlavate tra voi.
«Adesso stiamo bene, viviamo alla giornata senza creare problemi. Forse è la soluzione migliore».
In fondo avete una vita molto isolata. Niente lussi. Niente paparazzi. E qui suonate in un Festival organizzato per bambini.
«È quello che vogliamo. Forse è questo che ci ha consentito di resistere fino a ora senza perderci per strada. O perderci come hanno fatto i Nirvana».
Dal vostro rock sono scaturiti megaband grunge come, appunto, Nirvana. O Pearl Jam o Soundgarden.
«Noi abbiamo continuato a suonare la nostra musica. A volume alto. Senza dubbio ce lo hanno detto tante volte di essere i precursori del grunge. Ma mi interessa fino a un certo punto».
Lei, con quei capelli lunghi e bianchi, sembra quasi un attore.
«E difatti ho recitato nel nuovo film di Richard Ayoade, il regista di Submarine. Uscirà alla fine del prossimo anno.
A proposito: che cosa ascolta in questo periodo?
«Punk. Molto punk. Ma è difficile dire che cosa mi piaccia in questoi periodo. Magari tanto. Oppure nulla».
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