Opera di Roma, licenziamento collettivo per l'orchestra e il coro

A fine settembre l'addio del direttore Muti, che secondo il sindaco di Roma ha messo in fuga sponsor e abbonati. Il sovrintendente: "Speriamo di sventare la chisura"

Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma
Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma

Il consiglio d'Amministrazione dell'Opera di Roma, che si riunito oggi, ha deciso "l'esternalizzazione dell'orchestra e del coro", votandone il licenziamento collettivo.

Una decisione, secondo quanto ha commentato poi il sindaco della città, Ignazio Marino, che "vuole portare a una vera rinascita del teatro". Parole condivise anche dal sovrintendente del Teatro, Carlo Fuorters, che ha auspicato che la difficile scelta "possa sventare una chiusura".

A fine settembre il direttore dell'Opera, Riccardo Muti, ha lasciato il suo posto e rinunciato a due opere in cartellone per la prossima stagione, l'Aida e le Nozze di Figaro. In una lettera, ha spiegato che "non ci sono le condizioni per poter garantire quella serenità necessaria al buon esito delle rappresentazioni".

Secondo Marino, il messaggio di Muti "ha

determinato la frenata degli abbonamenti e la fuga degli sponsor". Il sindaco ha parlato di "una situazione di risanamento avviato", ma detto che c'è anche "una differenza di entrate che può essere calcolata in 4,2 milioni".

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