Il maestro Zubin Mehta ha diretto ieri a Busseto, all'inaugurazione del museo dedicato a Renata Tebaldi, pagine di Verdi, di Wagner e di Chajkovskij. Prima del concerto ha ricevuto il premio Verdi d'oro.
Maestro Mehta, quando è nato il suo interesse alla musica di Verdi?
«Il mio amore per l'opera italiana è nato negli anni in cui ero studente a Vienna. In India conoscevo solo alcune arie. A Vienna andavo spesso alla Staatsoper ad ascoltare i grandi direttori che passavano. Per esempio di Tosca , ricordo sia l'esecuzione di Dimitri Mitropoulos che quella di Herbert von Karajan. E naturalmente conosco molto bene quella stupenda registrata in studio da Victor De Sabata».
Lei ha diretto spesso i capolavori verdiani, oltre agli ascolti, a Vienna ha studiato anche le opere di Verdi?
«Sì, ho imparato molto dal mio maestro di direzione d'orchestra, Hans Swarowski, che insegnava una tecnica direttoriale appresa da Richard Strauss: pochi movimenti del corpo, gesto espressivo, chiaro. Oltre a questo Swarowski aveva il culto per Toscanini e per il modo di provare e dirigere del grande direttore italiano».
Ma torniamo al suo maestro. Si dice che fosse un didatta unico, ma un direttore con qualche difficoltà in pubblico.
«Non penso. A Vienna dirigeva molto repertorio italiano, e sempre senza prove, come si usa nei teatri di repertorio. Il pubblico di Vienna o di Monaco vuole un'opera ogni sera.E Swarowski riusciva ad accompagnare i cantanti. Io ammiro chi dirige senza prove, ma quel sistema, anche nei casi migliori, comporta una qualità esecutiva più bassa. Io preferisco provare molto, come si fa da sempre in Italia».
Il suo impegno a Firenze proseguirà?
«Al mio rientro discuterò di progetti con il nuovo Soprintendente, Bianchi. Abbiamo un bellissimo nuovo teatro, ma è come ricominciare da zero, dopo un periodo terribile».
Già pensare al futuro è incoraggiante.
«In vista, per la prossima stagione, c'è un Falstaff con la regia di Luca Ronconi e anche un Fidelio . Queste sono le poche cose che so, al momento, i tempi sono duri...».
È annunciata anche una Traviata .
Il maestro Mehta intanto ieri ha diretto con successo l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino eseguendo alle Scuderie di Villa Pallavicino l'ouverture della Forza del destino di Giuseppe Verdi e il Preludio e Morte d'amore di Isotta di Wagner. In mezzo il testamento sinfonico di Chajkovskij, quella sinfonia Patetica che riesce anche nel miracolo di trionfare finendo pianissimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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