Sanremo 2020

Ma ormai a Sanremo la canzone è solo il contorno

Ma ormai a Sanremo  la canzone è solo il contorno

Più che un festival della canzone, Sanremo è un varietà con intermezzi musicali. Per carità, è così da un bel pezzo, ma stavolta di più. I cantanti sono diventati più che altro il pretesto per il «cambio palco» tra una gag e l'altra, tra un Fiorello e una Diletta, tra un monologo e un AlbanoeRomina. Nel menu dell'Ariston le canzoni sono il contorno. I piatti principali sono gli interventi, gli ospiti, gli equilibri tra conduttore e copione. La «ragione sociale» di Sanremo, ossia la musica, nella settantesima edizione è stata surclassata dalla «ragione social», ossia dal bisogno televisivo di creare dibattito e contabilizzare ascolti. Si sono visti cantanti esibirsi all'1.20 di notte, stralunati, probabilmente arrabbiati, di sicuro stanchi dopo un'attesa di ore. Per capirci, mercoledì sera Michele Zarrillo è andato in scena all'ora in cui si alzano i fornai. Francesco Gabbani ha debuttato tardissimo mercoledì ed è stato l'ultimo a esibirsi ieri sera quando lo show era iniziato da ore e ore. Tiziano Ferro, parlando con la pancia più che con la ragione, ha lanciato provocatoriamente l'hashtag #Fiorellostattezitto, che non era indirizzato solo allo showman ma alla lunghezza estenuante di questo Sanremo infinito. Perché, sia chiaro, i cantanti quando cantano su di un palco così importante, si concentrano, sono tesi, devono scaldarsi la voce e tenerla «accesa». Non possono sbagliare. Molti si giocano la carriera. Quasi tutti investono sul futuro. E mandarli in scena a spizzichi e bocconi è un chiaro segnale di quanto purtroppo sia difficile combinare le esigenze televisive con quelle musicali. D'accordo è un «problema» al quale da anni non si riesce o non si vuole dare una soluzione. Fiorello ha detto che il suo Festival ideale durerebbe «al massimo tre ore» e Amadeus, che sa bene quali siano le esigenze degli artisti musicali, ha promesso che avrebbe dedicato «particolare attenzione» a trovare una via di uscita. Ma sono purtroppo soltanto parole perché una macchina così calibrata come il Festival di Sanremo non può essere riassestata in corsa. Magari si può accorciare di qualche minuto, ma è poca roba.

Mai come ora la musica è stata protagonista della vita quotidiana di tutti, ma molta televisione non l'ha ancora accettato.

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