Partita a tre per la Palma d'oro al 68esimo Festival di Cannes (13-24 maggio), dalla selezione «bella e rischiosa», stando al direttore Thierry Frémaux, verboso nella conferenza stampa di ieri, illuminata dal sorriso di Ingrid Bergman sul manifesto di quest'anno. Matteo Garrone con Il racconto dei racconti , Nanni Moretti con Mia madre e Paolo Sorrentino con La giovinezza combinano un tris in concorso sulla Croisette, come non accadeva dal 1994. Quando i titoli furono Caro diario di Moretti, Le buttane di Grimaldi, Una pura formalità di Tornatore e Barnabo delle montagne di Mario Brenta. Grande occasione di rilancio per il nostro cinema, tanto che gli autori affermano in coro, con tanto di comunicato congiunto: «Ci auguriamo che la nostra presenza a Cannes sia da stimolo per tanti altri registi italiani, che cercano strade meno ovvie e convenzionali». Già fatto: nella sezione «Un certain régard», presieduta da Isabella Rossellini, corre il marchigiano-texano Roberto Minervini, classe 1970, con Louisiana , docufilm sui guasti dell'America contemporanea. Si tratta d'un cineasta partito in fretta da Ancona, per lavorare negli Usa.
Nel tris d'assi, il fantasy di Garrone - di casa a Cannes, dopo Gomorra (Gran Prix 2008) e Reality (premio della Giuria 2012, presieduta da Moretti) - pare il più originale: ispirato al Cunto de li Cunti del barocco Matteo Basile, il film in costume affastella draghi e principesse in una malia di sicuro impatto. Ed è girato in inglese dalle star Salma Hayek e Vincent Cassel, proprio come il dramma di Sorrentino (dal 21 maggio), che vanta un cast internazionale: Michael Caine (due Oscar), Harvey Keitel, Jane Fonda (due Oscar) e Rachel Weisz (un Oscar), impegnati a guarire ferite esistenziali nel sanatorio di Davos, stile Thomas Mann. «Garrone e Sorrentino non hanno girato in inglese per piacere al mercato anglosassone», specifica Frémaux. Più intimista, il racconto di Moretti (in sala) punta su un tema universale: la perdita della madre e il dolore che ne deriva. Vedremo se ai francesi, fan del regista romano, piacerà Margherita Buy starring una regista alter-ego di Moretti. Anche Amnesia di Barbet Schroeder (fuori concorso) s'ambienta «nella stanza della madre», a Ibiza.
Orgoglio tricolore a parte (però tutte e tre le pellicole hanno una coproduzione internazionale in cui c'è sempre anche lo zampino francese), al festival presieduto dai fratelli Coen e dedicato ai fratelli Lumière, 120 anni dopo la nascita del cinema, tra gli altri marciano in gara The Lobster , dramma surreale del greco Yorgos Lanthimos, con Colin Farrell e Rachel Weisz in una distopia, dove le persone vengono trasformate in animali; The Sea of Trees di Gus van Sant, che torna in riviera con Matthew McConaughey, aspirante suicida nella foresta giapponese; Dheepan di Jacques Audiard, A Simple Man di Stéphane Brizé, Marguerite et Julien di Valérie Donzelli, tra le poche registe in lizza. Come Natalie Portman, al debutto (fuori concorso) con un film da un racconto di Amos Oz.
Woody Allen porta, fuori competizione, il suo 46esimo film, An Irrational Man , con Emma Stone innamorata del suo prof, Joaquin Phoenix. Mentre il docu di Asif Kapadia sulla rockstar Amy Winehouse, morta a 27 anni, intriga.
Apertura con La Tete Haute di Emmanuelle Bercot: dal 1987 (con Diane Kurys) una regista non dava il via. Divertimento con Mad Max: Fury Road , fuori concorso. E niente selfie sul tappeto rosso: «Ridicoli e grotteschi», parola di Frémaux.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.