Appena gli altri hanno saputo che in gara c'è anche lei, «Questa è concorrenza sleale!», hanno commentato. E lei (che del commento non sapeva nulla): «Ma il talento mica è ereditario!». Sarà. Un fatto è certo: che una concorrente di Tale e Quale Show, cioè del più popolare show d'imitazioni, si chiami Noschese, un sospetto malignetto lo suscita. «Perché se Chiara assomiglia ad Alighiero - scherza la giurata Loretta Goggi (da stasera anche lei nella terza edizione dello show di Carlo Conti) - fossi negli altri io mi preoccuperei».
A prescindere dai natali, Chiara Noschese s'è creata una carriera autonoma di attrice teatrale. E ora? Il marchio paterno torna a galla?
«Ma no: io partecipo a Tale e Quale Show solo per un senso di rigoroso, serissimo divertimento. Per prendermi una vacanza di tre minuti nel corpo di un altro. E mi creda: sono fortunata ad essere stata scelta per lo show più bello della tv».
Tuttavia il suo strepitoso talento vocale allarma. Perché almeno quello lo avrà ereditato da papà...
«Ah, quello si. Ma in casi simili è Dio che punta il dito e dice "tu si", "tu no". E tu ti ritrovi con un dono gratuito. Che però devi anche saper coltivare, far crescere. Altrimenti che te l'anno donato a fare?»
Chissà quanto studio allora, eh?, quanta tecnica. Le corde vocali, la respirazione...
«Macché: io faccio tutto a orecchio. Da piccola cantavo nel coro delle suore, si: un paio di volte anche davanti al Papa. Ma mai preso una lezione di canto in vita mia: mai studiato timbri, inflessioni, quella roba lì. E mai fatto un'imitazione. Però sono un'attrice. Mi piace trasformarmi. Ne Il giorno della tartaruga mi trasformavo tutte le sere in una fattoressa bolognese di 180 chili».
E a «Tale e Quale Show» in chi si trasformerà?
«Adesso vuol sapere troppo. Alcuni personaggi, che sono naturalmente nelle mie corde, li ho proposti io; altri, che mi divertiranno moltissimo, me li hanno suggeriti loro. Posso solo anticiparle qualche nome; alcuni potrebbero toccare proprio a me: Rita Pavone, Renzo Arbore, Marco Mengoni, Piero Pelù».
Tra i suoi colleghi ci saranno cantanti (Riccardo Fogli, Fiordaliso, Silvia Salemi), attori (Kaspar Capparoni, Attilio Fontana, Clizia Fornasier), conduttori (Fabrizio Frizzi, Amadeus, Roberta Lanfranchi). Chi sarà avvantaggiato nella complessa arte dell'imitazione?
«L'imitazione può poggiare di volta in volta su ciascuna di queste capacità. Io credo che punterò molto sulla musica: amo tutto le forme di spettacolo; ma trovo che la musica ne sia la sintesi. Va dritta al cuore».
Attrice, cantante e ballerina applauditissima, protagonista di quattordici musical prestigiosi, da «Aggiungi un posto a tavola» a «Sette spose per sette fratelli». Ma raramente in tv. Come mai?
«Ah: e chi lo sa? Io amo la bella tv, mi divertirei moltissimo a farla. Non sono di quelle attrici snobbone e colla puzza sotto, del tipo "Dio, la tv, come sono scesa in basso!»
Purché sia tv di livello: questo si».
E nel forsennato laboratorio di «Tale e Quale» (cento imitazioni in dieci puntate, complete di trucco, parrucco, costumi e posticci, "stage" canori e recitativi) come si trova?
«Benisssimo.
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