Tu proverai com'è duro calle / lo scendere e l salir per l'altrui scale». La profezia dell'esilio di Dante ci ricorda il destino di Richard Strauss alla fine della seconda guerra mondiale. Al maggior compositore vivente pochi riservarono accoglienza e rispetto dovuti. Rimasto nel Terzo Reich pensando di essere super partes, Strauss ebbe dai vincitori patente di cinico collaborazionista, dopo che Goebbels e vassalli lo trattarono come un relitto tardoromantico. Ultraottantenne, lasciò l'amatissima Garmisch, prendendo la via della Svizzera, dove scrisse alcuni capolavori (Metamorphosen, gli ultimi quattro lieder). Prima di salire in Engadina, dedicò a Lugano, che lo aveva accolto, e alla sua orchestra radiofonica il Duett-concertino per clarinetto, fagotto e archi, gioiello di levità mozartiana in luce crepuscolare. Negli archivi della Fonoteca Nazionale Svizzera è stata ritrovata parte del concerto che Strauss diresse a Radio Lugano per il suo 83.mo compleanno (1947): quattro altri lieder (fra i quali l'immortale Morgen), ultima straordinaria testimonianza dello Strauss direttore.
Un cd pubblicato da CPO, corredato da note molto informate di Carlo Piccardi, è preceduto da una limpida locuzione radiofonica di Bernhard Paumgartner, insigne musicologo, compositore e direttore d'orchestra austriaco di origine ebraica, che saluta Strauss come l'ultimo anello di una tradizione musicale iniziata da Mozart. L'OSI e il suo direttore stabile, Markus Poschner, completano l'omaggio eseguendo il Duett-Concertino e le Musiche di scena per il Borghese gentiluomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.