Loro sono strafamosi ma insieme non li ha mai visti nessuno. Finora. Da gennaio il trio Pezzali, Renga e Nek sarà in tour nei palasport e si candida a diventare uno dei fenomeni pop del 2018 non soltanto sui palcoscenici. "Durante i concerti saremo tutti e tre sempre sul palco e giocheremo con i nostri repertori" hanno spiegato ieri in uno degli incontri stampa più divertenti da un bel po'. Max Pezzali il più ironico: "A un certo punto mi sono chiesto: ma come ne esco dal confronto con due che hanno una voce così?". Renga vince nell'analisi: "Tutti noi abbiamo un pubblico che in questi anni è cresciuto insieme". Nek il più visionario: "Eravamo in studio e ci siamo detti: Perché non portiamo anche dal vivo questa nostra sintonia?". Riassume Pezzali: "È un caso nel quale l'uovo è nato contemporaneamente alla gallina". Erano in studio per registrare Duri da battere, il singolo di Max Pezzali che da ieri è in radio e da gennaio sarà anche nella scaletta dei loro concerti. Lui lo spiega così: "Una canzone nata dallo stupore della forza che il genere umano ha sempre dimostrato per sopravvivere ed evolversi. E, come confermano i volti che abbiamo selezionato per il lyric video (da Einstein a Obama a Jesse Owens), ne è venuta fuori una canzone dedicata ai sognatori, una categoria universale che non ha colore politico". Un brano essenziale, con una linea melodica molto in stile Pezzali e un arrangiamento essenziale e forse pensato apposta per l'esecuzione a tre dal vivo.
Insomma, il modo giusto per battezzare Nek, Max Renga, il tour che debutta all'Unipol Arena di Bologna il 20 gennaio (produzione F&P). Un'idea certo non inedita perché ci sono altri precedenti (ad esempio quello di Pino Daniele con Jovanotti e Ramazzotti) ma comunque destinata a non fermarsi solo a una serie di concerti. "Magari tra una prova e l'altra ci verranno fuori delle canzoni per un disco insieme". Oppure potrebbero passare dal Festival di Sanremo: "Se ci chiamassero per presentare una serata, ci andrei di corsa", scherza Nek con chi gli fa notare che il tour è casualmente sospeso proprio nei giorni dell'Ariston.
In ogni caso, è sicuro che a Roma e Milano, al momento non incluse nel calendario di concerti, ci saranno sorprese. Magari addirittura un'esibizione a San Siro o all'Olimpico, chissà, tutto dipende dalle prevendite che iniziano domani su TicketOne.it. Però "il viaggio può portare da qualsiasi parte", dicono facendo capire che qualcosa è già più o meno vagamente programmato e attende soltanto qualche conferma per diventare realtà. La loro intesa invece è già reale. Insieme parlano da attori consumati. Rispettano i tempi. Non si sovrappongono. Si completano diventando un "format" particolare, capace di andare oltre al pop e diventare anche un divertente confronto di ironie, frecciate, ricordi. Come quando Nek e Pezzali parlano di un loro incontro a Castrocaro nel 1991 e ridono su come sono cambiati nel frattempo mentre Renga ride perché "io in quell'anno ero già a Sanremo con i Timoria". A proposito, non sono cambiati soltanto loro. Questi tre ultraquarantenni ("Io sono il più giovane" ricorda scherzosamente Nek) hanno un bagaglio di canzoni che senza dubbio ricamano la memoria di ben più di una generazione, da Hanno ucciso l'uomo ragno a Laura non c'è a Angelo giusto per citarne tre a caso. Un pop sincero, mai autoreferenziale, molto aderente allo spirito del tempo. "Siamo, nel nostro piccolo, magari non imbattibili ma comunque duri da battere, come recita il titolo del brano".
Dopotutto, sono passati decenni (i primi dischi di Nek e degli 883 di Max Pezzali sono del 1992) e "siamo ancora qui a fare la nostra musica nel modo in cui vogliamo" come riassume Pezzali che fa la giusta chiosa finale: "Servono nuovi stimoli per non stancare il pubblico". E anche la giusta dose di ironia, perché no.
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