Il Piccolo Principe continua a far sognare

Una bambina si è appena trasferita, con la madre, in un nuovo quartiere. Per la ragazzina, il futuro sembra già deciso da una mamma, donna in carriera, che le pianifica la giornata, in ogni singolo minuto, in modo che la figlia possa entrare a far parte della Accademia Werth, la più prestigiosa scuola per manager. Lasciata sola tutto il giorno, la giovane farà presto conoscenza del suo strano vicino di casa, un anziano aviatore che si comporta in modo strambo. L'uomo inizia a raccontarle del suo incontro, avvenuto anni prima, con un Piccolo Principe, giunto sulla Terra dopo un lungo viaggio. Una storia affascinante che catturerà, pian piano, la bimba, iniziandola ad una avventura fantastica.Non era facile tradurre in immagini animate un libro particolare come quello di Antoine de Saint Exupéry (a proposito, complimenti a Mondadori Ragazzi per le belle versioni su carta dedicate alla pellicola), visti i precedenti non certo esaltanti. Ci riesce il regista Mark Osborne (già apprezzato con Kung Fu Panda), con questa formula intelligente di raccontare le vicende del Piccolo Principe all'interno di una storia di crescita precoce imposta. Un messaggio chiaro verso quei genitori che vorrebbero «accelerare» il divenire grandi dei loro figli, inibendogli una parte di infanzia e soffocandogli la creatività.Davvero azzeccata è poi la scelta, da un punto di vista stilistico, di differenziare le due vicende, raccontando con animazione tridimensionale quella tra bimba e anziano, virando su una stop motion, che sembra tratta dal passato, le parti dedicate al protagonista del romanzo di Saint Exupéry. In questo modo, le atmosfere care a chi ha letto il libro, sono salvaguardate.

Certo, questa evidente volontà di accontentare contemporaneamente grandi e piccini, cercando di preservare la magia di una storia senza tempo, paga il dazio di qualche rallentamento che spezza il ritmo narrativo. Poco male. Un inno alla fantasia, per iniziare al meglio il 2016 cinematografico.