Cultura e Spettacoli

Piero Marrazzo: "Torno in tv per raccontare la razza umana"

Nel 2004, nell'ultima apparizione in video a Mi manda Rai3, era al culmine della fama. Ora, quasi dieci anni dopo, è un uomo diverso: "Torno a fare il mio lavoro"

Piero Marrazzo: "Torno in tv per raccontare la razza umana"

Nel 2004, nell'ultima apparizione in video a Mi manda Rai3, era al culmine della fama. Ora, quasi dieci anni dopo, Piero Marrazzo è un uomo diverso. Porta il fardello dello scandalo sessuale che quattro anni fa gli costò il posto da presidente della Regione Lazio: le frequentazioni con dei trans e il ricatto subito da alcuni carabinieri che lo avevano filmato. Ma ora sente che è venuto il momento di riapparire in pubblico, di tornare a fare il lavoro da presentatore. L'annuncio lo ha dato lui stesso l'altra sera al termine del talk Virus di Nicola Porro. Il programma si chiamerà Razza umana e andrà in onda da metà novembre il mercoledì in seconda serata su Raidue. Nell'intervista di Porro l'altra sera ha raccontato degli anni difficili, di un duro percorso terapeutico per fare pace con se stesso. Poi, con un sorriso liberatorio che sa anche di rivincita, ha annunciato il suo ritorno in video, al suo mestiere, quello che l'ha portato in alto, prima della caduta. «Torno a fare il mio lavoro - ha spiegato meglio ieri all'Ansa-. Lo faccio con la voglia di rimettermi dall'altra parte, da quella di chi racconta». Il titolo riprende la frase di Albert Einstein, che quando rientrò in America nel '33, di fronte alla richiesta di indicare la propria razza, disse (ma c'è chi sostiene che lo scrisse): «Io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana». «Einstein fuggiva dai venti del nazismo dell'Europa. Voleva dire che gli uomini sono tutti uguali. Quello che vogliamo fare noi è scandagliare i vari aspetti dell'umanità, attraverso documentari di costume e politica. Raccontare un'umanità diversa che però, in qualche modo, trova una riduzione a unità».
Marrazzo, tornato a fare tv dopo la parentesi in politica con due documentari per Rai Cinema, approda sulla seconda rete pur essendo nell'organico, ma senza un incarico da quando è rientrato, di Raitre. «È stata una scelta del direttore Angelo Teodoli - spiega -, con il via libera del direttore generale Luigi Gubitosi». Con il format, ancora allo studio, Teodoli continua le sperimentazioni iniziate quest'estate.

«La scommessa è quella di puntare sui documentari brevi», sostiene il conduttore che, insieme ad alcuni ospiti, commenterà 4 o 5 filmati a serata.

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