Cultura e Spettacoli

Il poker di Guadagnino mette l'ipoteca agli Oscar

"Chiamami con il tuo nome" del regista italiano in gara per miglior film, attore protagonista, sceneggiatura, canzone

Il poker di Guadagnino mette l'ipoteca agli Oscar

Come previsto, data l'ottima accoglienza in America e nei circuiti festivalieri (dal Sundance a Berlino), Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino fa suonare a festa le campane che annunciano l'Oscar. Il titolo italiano, nelle sale dal 25, raduna quattro candidature intorno al suo delicato racconto di un amore tra ragazzi, d'estate: miglior film, miglior attore protagonista (il ventiduenne franco-americano Timothée Chalamet, il più giovane candidato dal 1939), migliore sceneggiatura non originale, firmata dall'inglese James Ivory e miglior canzone, Mystery of Love di Sufjan Stevens. C'è di che sperare, quando il 4 marzo le statuette d'oro voleranno. Tanto più che tale storia di formazione gay, ambientata nel 1983, con il fantasma di Craxi nell'aria e Grillo in tv, sembra studiata a tavolino per piacere negli States: l'estate dorata in un magnifico paesaggio italiano, dalle parti di Crema; due maschi bianchi, Oliver (Armie Hammer, biondo Apollo dagli occhi celesti) ed Elio (l'astro nascente Chamelet), belli e raffinati e una famiglia cosmopolita, un po' francese, un po' italiana, un po' americana e fondamentalmente ebrea, perciò aperta e comprensiva, che schiva la calura nella sua villa delabrée, tra colazioni all'aperto, letture e musica. Tutto è calligrafia,con atmosfere eleganti sospese tra Rivette, Rohmer e Bertolucci.

I sondaggi parlavano chiaro dall'anno scorso: la sensualità di Call me by your name, così il titolo anglofono, ha spopolato ai Bafta e tra le associazioni di critici Usa, dal Massachussets all'Ohio e al Texas, per tacere dei Gotham Awards. Una messe di segnalazioni importanti, quelle raccolte dal regista, sceneggiatore e produttore italo-etiope classe 1971, che nel 2015 ha diretto A Bigger Splash, remake de La piscina e che sta per presentare il remake di Suspiria (Asia Argento si è espressa in modo poco lusinghiero, a riguardo). Consensi che assumono valenze politiche, in senso anti-Trump, nel momento in cui il Presidente Usa non blandisce la comunità LGBT. Anzi, la neglige, marcando un'evidente discontinuità con l'amministrazione Obama «gay friendly». Chiamami col tuo nome, adattato dal romanzo di André Aciman, racconta con grazia il formarsi d'una passione tra lo studente diciassettenne Elio e il venticinquenne assistente di suo padre, studioso di antichità, svagatamente interpretato da Michael Stuhlbarg. Un padre così comprensivo da consolare il figlio, turbato dalla partenza dell'amato, rivelandogli che anche lui era arrivato «tanto così» a quel passo. Ma i tabù di un tempo l'avevano dissuaso. «Ti invidio», dice il padre a Elio, facendogli capire quanto egli sia privilegiato, a vivere in un mondo libero dai pregiudizi. Né mamma (Amira Casar), per adesso sa nulla... Un tale padre si vede soltanto al cinema, ma sono passati 12 anni dal western Brockeback Mountain, dove la rappresentazione dei gay viaggiava tra repressione e nascondimento. Qui Guadagnino, che ha studiato con la teorica del gender Judith Butler, fa fare un passo avanti ai diritti gay, anche se lui e i suoi attori affermano che il loro non è un film gay, ma una generica storia d'amore (quella pesca succosa penetrata col dito violento e quel chinarsi di lui sul grembo di lui, fanno pensare diversamente). Non a caso il tatto di non mostrare esplicite scene di sesso omo quando Elio e Oliver si prendono, viene inquadrato un albero accomuna Chiamami col tuo nome a Moonlight di Barry Jenkins, Oscar 2017 al miglior film: qui un nero desidera un amico, con discrezione. E quando lui prende il sesso di lui tra le mani, si vedono due schiene. È l'evoluzione del politicamente corretto, che a Hollywood fa scuola. C'è poi la protesta della comunità LGBT Usa, che detesta vedersi rappresentare da attori eterosessuali, come Hammer e Chalamet.

Perché gli etero Tom Hanks e Charlize Theron vincono l'Oscar facendo i gay sullo schermo, mentre Kevin Spacey viene cacciato dopo il suo outing? Oggi Guadagnino presenta il suo film a Roma: fioccheranno domande.

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