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la polemica 2 Sorrentino e quelle noiose lezioni dei tedeschi

di Cinzia Romani

Si rimettono a dare lezioni, i tedeschi padroni d'Europa. E bacchettano Paolo Sorrentino e la sua Grande bellezza, che non sarà un capolavoro, ma non è neanche «la grande porcheria con un po' di sesso, un po' di filosofia e molta banalità grossolana», come spara la Sueddeutsche Zeitung, per far festa all'uscita del film, da ieri nelle sale deutsch, a suo rischio e pericolo. Philipp Stadelmaier, infatti, ci va giù pesante scrivendo del «ritratto attuale d'un paese marcio, l'Italia». E già che c'è, demolisce «il cinema italiano, deriso nei festival internazionali per i suoi mediocri prodotti di scarsa qualità». Achtung! Perché dal paese di Goethe, che amava «la terra dei limoni» e la sua arte, è partito un blitz contro La grande bellezza, mirato a fare carne di porco del Belpaese: in termini filosofici, è il procedimento pars pro toto, la parte per il tutto. Si fa a pezzi una tessera, guardando al mosaico. Nel velenoso pezzo della Sueddeutsche Zeitung, giornale molto venduto, le critiche negative si sprecano. «Sorrentino è la brutta copia di Fellini e ama la nullità» e, ancora, «al contrario di Sorrentino, Fellini non è mai stato il maestro dell'opulenza e della nostalgia», insiste il giornalista. Eppure, quanto a nostalgia, la Mostra di Venezia mette su un piedistallo Die andere Heimat - Chronik einer Sehnsucht (L'altra patria - Cronaca d'una nostalgia) di Edgar Reitz, monumento in patria, per addetti ai lavori qui. Fuori concorso, l'ultima puntata della sua indigesta tetralogia, un film-fiume che narra le vicende d'una famiglia, tra il 1840 e il 1843, in un villaggio della Renania settentrionale - Vestfalia, è attesa con noia. Sarà perché c'è carestia, ma in concorso troviamo pure un filmetto di Philip Groening La moglie del poliziotto. La trama: in un villaggio tedesco, un lui e una lei crescono un figlio. Mein Gott, che filmone! A sentire Der Spiegel, Sorrentino fa come Thomas Mann, quando mostrò la sua biblioteca al concorrente Lion Feuchtwanger, in visita a Pacific Palisades. «Squisiti romanzi di ogni continente, belle prime edizioni. Ma che ne esce fuori? Solo merda», spiegò il premio Nobel.

Così «Sorrentino saccheggia la biblioteca di Fellini e di Scola», ma ne vien fuori una «grande schifezza». Per dimostrare l'assioma «italians do better», verga lo Spiegel. Ma lo facciamo senz'altro meglio dei tedeschi. Anche il cinema.

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