nostro inviato a Venezia
Rispunta il premio ex aequo. Il Giornale è in grado di anticipare che nel palmarès della 69esima edizione della Mostra del Cinema ci sarà un premio in condivisione per la Coppa Volpi ai migliori attori o attrici. Verosimilmente, ma non c'è ancora assoluta certezza, si tratta di Philip Seymour Hoffman e Joaquim Phoenix, protagonisti alla pari di The Master di Paul Thomas Anderson. Se così fosse sarebbe un ritorno al passato, prima della gestione Muller, durante la quale erano espressamente vietati.
Il caso è scoppiato ieri mattina quando la gioielleria Missiaglia di Venezia ha ricevuto la telefonata dalla Biennale che chiedeva di predisporre un numero superiore alle due, abituali, coppe destinate all'attore e all'attrice protagonisti. «Quando la gioielleria mi ha avvisato per ottenere il mio via libera, che non ho dato, ho scoperto l'inganno», sbotta ancora contrariato il conte Giovanni Volpi di Misurata, figlio di Giuseppe, fondatore nel 1932 della Mostra d'Arte Cinematografica. «Allora ho telefonato al direttore artistico Alberto Barbera per sapere se il regolamento è stato cambiato a mia insaputa. Ma lui ha negato. Così come aveva fatto circa un mese fa quando l'avevo incontrato. No, il regolamento è invariato, ha garantito. Invece non è così». Negli otto anni della gestione di Marco Muller gli ex aequo erano vietati. Nel regolamento della 68esima edizione, sul sito della Biennale si leggeva: «Una giuria internazionale composta da 7 a 9 personalità... assegnerà per i lungometraggi, senza possibilità di ex-aequo, i premi seguenti: Leone d'Oro, Leone d'Argento, Premio speciale della Giuria, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile...». Ora invece si legge che «è esclusa la possibilità di attribuire degli ex aequo, con la sola eccezione delle Coppe Volpi e del Premio Marcello Mastroianni» (destinato agli attori e attrici non protagonisti).
La modifica irrita giustamente e non poco il conte. «Bisogna saper scegliere. Non si può accontentare tutti. Aumentando i premi si squalificano». E rincara: «Gli ex aequo sono roba da sala parrocchiale».
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