Cultura e Spettacoli

La scommessa di Venezia: cinque italiani in gara

Tra i film più attesi il "Maradona" di Sorrentino. Il direttore Barbera: "Nostro cinema in stato di grazia"

La scommessa di Venezia: cinque italiani in gara

Sono tempi peculiari e tutto può accadere. Come avere ben cinque film italiani, su 21, in concorso all'edizione numero 78 della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica che si terrà a Venezia dall'1 all'11 settembre, presentata ieri dal presidente della Biennale Roberto Cicutto e dal direttore più longevo di sempre, Alberto Barbera. Gli amanti dei numeri snocciolano che non accadeva dal 1984 mentre invece nel Ventennio, oltre che nel fatidico '68, sì che eravamo autarchici. Ma è anche vero che al recente festival di Cannes i titoli francesi erano addirittura sette, quindi ci sono ancora ampi spazi di manovra...

Vediamo un po' allora qual è «il nostro cinema in stato di grazia», come l'ha definito Barbera, con l'interessante ventaglio di titoli che va dal cosiddetto mainstream, l'attesissimo Freaks Out di Gabriele Mainetti che l'ha scritto con Nicola Guaglianone ambientandolo nella Roma occupata dai nazisti, al cinema d'autore più sofisticato, Il buco di Michelangelo Frammartino e America Latina dei fratelli D'Innocenzo con Elio Germano, fino al premio Oscar Paolo Sorrentino che, con È stata la mano di Dio miracolo! Sarà grazie a Maradona o a Netflix che distribuisce... è per la prima volta in concorso. Chiude la banda dei cinque il veterano Mario Martone con Qui rido io con Toni Servillo nei perfetti panni di Eduardo Scarpetta.

Un'eterogeneità che diventa precisa linea editoriale di una Mostra non più in competizione diretta neanche con Cannes sulla cui organizzazione, ai tempi della pandemia, primeggia con misure sicure come il tracciamento e il distanziamento in sala: «Lo scorso anno abbiamo speso un milione di euro in sicurezza, ora si entrerà con il Green Pass o con un tampone ripetuto ogni 48 ore», ha detto il presidente Ciccutto.

Tornando al grande schermo, come annunciato, Pedro Almodóvar aprirà la Mostra, in concorso dopo 33 anni, con Madres paralelas con Penelope Cruz non a caso protagonista, con Antonio Banderas, anche d'un altro film in competizione, l'argentino Competencia Official di Gastón Duprat e Mariano Cohn. Il messicano Michel Franco ha girato invece in inglese Sundown con attori come Tim Roth e Charlotte Gainsbourg. Grandi interpreti internazionali anche in Mona Lisa And The Blood Moon di Ana Lily Amirpour con Kate Hudson dotata di poteri paranormali, mentre Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst sono protagonisti di The Power of The Dog, ritorno al cinema di Jane Campion, espressione paradossale visto che parliamo di Netflix, come per il film di Sorrentino, anche se Barbera assicura che ambedue usciranno in sala.

The Lost Daughter, esordio alla regia dell'attrice Maggie Gyllenhaal, tratto dal romanzo di Elena Ferrante La figlia oscura, ha un cast stellare con Olivia Colman, Ed Harris, Peter Sarsgaard e la nostra Alba Rohrwacher. Per non parlare di Spencer del cileno Pablo Larraín con Kristen Stewart nei panni della principessa Diana e di The Card Counter di Paul Schrader con Oscar Isaac e Willem Dafoe.

Ma, a proposito di Stati Uniti, «fuori concorso gongola Barbera Major come Warner Bros, Disney e Universal ci hanno affidato alcune loro grandi anteprime mondiali». Parliamo del fantastico Dune con Timothée Chalamet in cui il regista Denis Villeneuve si confronta con il mitico precedente di David Lynch, del western Old Henry di Potsy Ponciroli con Tim Blake Nelson e Scott Haze, del dramma storico su una violenza sessuale di The Last Duel di Ridley Scott con Matt Damon e Adam Driver, del thriller Last Night in Soho di Edgar Wright con la «regina degli scacchi» Anya Taylor-Joy, fino all'horror numero 13 della saga, Halloween Kills di David Gordon Green con Jamie Lee Curtis novella Leone d'Oro alla carriera.

Ancora folta la lista degli italiani fuori concorso con La scuola cattolica di Stefano Mordini, Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, la testimonianza di Quentin Tarantino in Django & Django di Steve Della Casa e Luca Rea mentre nei concorsi di «Orizzonti» troviamo Atlantide italiano di Yuri Ancarani, Il paradiso del pavone di Laura Bispuri, La ragazza ha volato di Wilma Labate con la sceneggiatura dei fratelli D'Innocenzo. Infine l'evento speciale Le 7 giornate di Bergamo di Simona Ventura che esordisce come regista, in tema con il video diario di Andrea Segre Il cinema al tempo del Covid.

Chiude la Mostra Il bambino nascosto di Roberto Andò.

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