da Roma
«Quanto abbiamo fatto?». Ore dieci del mattino: Barbara d'Urso è al telefono per l'intervista. Ma intanto controlla gli ultimi ascolti di Pomeriggio Cinque. «Diciannove per cento? Bene». Le si fa notare che oggi batte la Vita in diretta perché non c'è più la Venier, ma che la sfida si riproporrà da domenica: sono infatti al via, dal 29 settembre, sia la Domenica In di Mara sia la nuova Domenica Live di Barbara. E quest'ultima mette le mani avanti: «Sono assolutamente certa che sarò battuta. E le spiego anche perché».
Perché?
«Perché Mediaset, rispetto alla Rai, ha obiettivi diversi».
Però c'entrerà anche lo stile, no? Mara è così morbida, materna... Lei invece è scattante, dinamica...
«Ah, ma materna lo sono anch'io! Adoro Mara, suo marito è un mio fan scatenato. Ciascuna di noi farà la sua strada. Anche perché -lo ripeto- sono strade diverse e con obbiettivi diversi».
E lei, finalmente, di strada ne farà meno. Mi riferisco alla tratta Roma-Milano...
«Si, ringraziando Dio e Mediaset, che mi ha concesso di fare anche Domenica Live negli studi di Cologno Monzese, evitandomi di prendere due volte a settimana il treno Roma-Milano».
Per la nuova Domenica Live s'era parlato di Emanuele Filiberto quale inviato speciale.
«Sì, ci avevamo pensato, ma poi le cose sono cambiate».
Quanto influisce la sua visceralità partenopea, il suo prendere le cose di petto, nel successo dei suoi programmi?
«Non mi fermo mai a fare analisi. Mi limito ad essere me stessa. Sarà banale ma è così. È proprio perché sono me stessa, che scateno reazioni, spesso contrapposte. Ma io sono soddisfa di non suscitare solo tiepide reazioni. È vero: la gente mi adora oppure mi detesta. È comunque un segno, no?».
A proposito di stile: quale sarà quello della nuova Domenica Live?
«Solare, positivo, propositivo. È stata una delle prime cose che abbiamo deciso col direttore di Videonews, Mario Giordano. Certo: ci occuperemo sempre di politica, attualità, cronaca. Ogni settimana punteremo sui fatti di maggior richiamo. Ma anche col sorriso, quando possibile, e sempre con umanità. seguendo umori e curiosità dello spettatore, anche andando a cercare storie di vita dimenticate, ma piene di valori positivi».
E le sue «D'Urso interviste», tanto apprezzate quanto criticate, ci saranno?
«Potrebbero mancare? D'altra parte le mie interviste somigliano a me.
Anche da chi ne è l'oggetto?
«Ricordo con piacere di aver ricevuto l'apprezzamento di tutti i grandi che ho intervistato. Da Letta a Pannella, da Berlusconi a D'Alema».
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