Per carità, pacato comè, Rocco Papaleo non fa una piega neanche se parla di sesso. Daltronde si deve essere abituato: venerdì esce È nata una star?, film tratto dallomonimo libriccino di Nick Hornby, su di una coppia che scopre di avere un figlio divo del porno. Lui, Papaleo, è il padre. Luciana Littizzetto è la madre. E perciò, dopo la pruderie sanremese degli spacchi e delle farfalline, adesso si possono almeno evitare giri di parole, et voilà. Sesso. Ma lui neanche un plissé. Ne parla con metrica chirurgica. E il suo manuale damore è un sonetto di battute fulminanti. E surreali. «Sarà che ho cominciato prima a firmare autografi che ad avere una attività sessuale cospicua», scherza con quellaccento che non è lucano ma solo suo: arrota la erre e addomestica ogni frase con una cadenza rispettosa. Quasi fosse arrivato adesso adesso dallOttocento.
Però, caro Papaleo, perifrasi o no, essere «maschio pornostar» è il sogno diffuso di tanti adolescenti.
«Con tutti gli annessi e connessi delletà. Quandero ragazzetto, mio padre rovistò nel cestino dei rifiuti e, dopo aver scoperto qualche foto oseè, mi scandì queste parole testuali: Queste cose svuotano la testa. Devo spiegare quali siano quelle cose?».
Non ce nè granché bisogno.
«E dire che quandero piccolo, in famiglia cera libertà. Non era una famiglia hippy ma, adesso che mi ricordo, non chiudevamo neanche la porta del bagno. Forse perché non cera la chiave, non so. In ogni caso, mi è capitato pure di vedere il pisello di mio padre. Era enorme. Ma solo perché lo vidi con i miei occhi di bambino».
Scusi?
«In fondo, mi sembrava gigantesca anche la terrazza dei miei nonni ma quando lho rivista da grande, ho capito che era solo un terrazzino».
Comunque la dimensione, quella dimensione, è un argomento must tra teenager.
«Limportante è rientrare nella normalità. Altrimenti è un problema».
Si dice che le ragazzine oggi siano troppo aggressive.
«Purtroppo pare anche a me».
Dunque?
«Non sono un fine sociologo, ma credo che la facilità con cui si approda oggi al rapporto sessuale gli tolga un po di sapore».
Nei film porno, poi.
«Infatti io sono per i film porno plausibili. Chissenefrega di unora di primi piani sulla penetrazione. Non sono neppure erotici. Più preliminari, suvvia».
Chissà che risate con la Littizzetto sul set.
«Lei è molto spiritosa e, nella scena in cui ci diamo un bacio, abbiamo riso molto. Però mi sembra una donna molto pudica».
Caro Papaleo, stasera tocca a lei parlare del film. Da Panariello su Canale 5. Vai con i doppi sensi?
«Ma no, facciamo qualche sketch e io canto il mio singolo Come vivere. Oddio, a chiamarlo singolo come fanno le popstar mi viene da sorridere».
Neanche a farlo apposta, lalbum si intitola La mia parte imperfetta. Allude?
«No, non alludo. Quellalbum è la fotografia di un attimo».
È poetico e surreale.
«Lho registrato in un modo più libero rispetto a quello che ho pubblicato quindici anni fa, senzaltro».
E lo canta anche dal vivo. E in tour, signor Papaleo?
«Ho fatto una decina di concerti e le canzoni sono già diverse. Mi piace il live perché cambia sempre. Invece sia i dischi che i film mi infastidiscono: sono immutabili. Perciò amo il teatro».
Se, invece di presentarlo, al Festival avesse cantato la sua Come vivere, lo avrebbe vinto?
«Non credo. Io comunque tifavo per Marlene Kuntz e soprattutto per Arisa, che è una mia corregionale».
Solidarietà prevedibile.
«No, Arisa è una ragazza che ha avuto una evoluzione clamorosa e mi ha conquistato. Noi del Sud siamo abituati ad andare in giro per esprimere ciò che siamo».
Dopotutto lei, Papaleo, è in tour anche con Una piccola impresa meridionale, una sorta di teatro canzone.
«Io sono uno strano meridionale. Amo il Nord e capisco che cosa rimprovera a noi sudici».
A proposito, strano meridionale, lei ha un figlio di tredici anni. Gli ha fatto vedere il film?
«Non ancora. Non lho visto neanche io».
Domanda inevitabile. Gli va a controllare il cestino?
«No. Però qualche tempo fa gli ho chiesto come procedesse con le ragazze. E lui, serio, mi ha risposto: al momento niente, ma stai tranquillo. Mi ha rassicurato, capito?».
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