Quando inventò il «triplo special» da Gattullola curiosità

In piazzale Ludovica, al civico 2, di Milano, sorge il tempio del panino di Domenico Gattullo, titolare dell'omonimo bar pasticceria, e di Enzo Jannacci, titolare del triplo special. Riporto dal testo ufficiale di Beppe Viola: «Il materiale impiegato per la confezione di uno special potrebbe risolvere i più gravi problemi di alcuni paesi del Terzo Mondo. Questa una delle considerazioni emerse recentemente durante la conferenza dei non allineati ad Algeri. Fidel Castro ha dichiarato che potrebbe rinunciare ai mercati sudamericani e asiatici per la vendita dello zucchero se Domenico Gattullo fosse disposto a diventare un suo cliente... Il triplo special (creato su suggerimento e complicità con Jannacci) è il panino più sontuoso che mai sia stato ideato dall'uomo, un autentico capolavoro dell'arte italiana, l'opera più avanzata della tecnologia culinaria universale. Caratteristiche di questo panino e di altri 1) il grado di fantasmagoria multipolicromica 2) potenziale scarsamente nutritivo 3) il prezzo: ottantamila lire l'uno».
Enzo Jannacci così dettò a Domenico Gattullo ingredienti e facitura: prosciutto cotto, fontina, riscaldamento dei medesimi, quindi caprino, foie gras, salsa rosa, il totale distribuito e racchiuso su tre fette di pane, da cui triplo special. Gattullo esibisce fotografia di gruppo di spatriati notturni, dall'Enzo a Gaber, da Cochi e Renato a Toffolo e Lauzi, il prodotto resta in lista e serve a rammentare la seguente gag.
Un giorno di prima estate Domenico Gattullo era intento a servire il gelato ai clienti seduti ai tavolini nel cosiddetto dehors, trattasi di marciapiede con posteggio taxi. Preso dal fervore, inciampa, o meglio, il Jannacci di cui sopra gli fa uno sgambetto e lo fa rotolare tra le risate bastarde dentro e fuori degli astanti. Gattullo è un pugliese di Ruvo, con qualche antenato britannico; non si scompone, osserva l'Enzo, rientra nel proprio locale, sale le scale, afferra e si carica addosso una confezione di chilogrammi cinquanta di caramelle Rossella, apre la finestra e scarica il dolce malloppo di sotto, direttamente sulla testa di Jannacci. Cinquanta chilogrammi di caramelle fanno un tot in numero.


Da quel giorno Enzo Jannacci, ogni qual volta, metteva piede al civico 2 di piazzale di Porta Ludovica e incrociava gli occhi di Domenico Gattullo, domandava: «Come stanno le caramelle Rossella?».
Fine di un tempo bellissimo. Fine di una vita bella.

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