Quell'arte «assurda» grazie alla tv è alla portata di tutti

Su Sky il critico Francesco Bonami in giro per gallerie e musei racconta tele e installazioni all'«allievo» Alessandro Cattelan

Quell'arte «assurda» grazie alla tv è alla portata di tutti

Non siamo alla fulminante icasticità del cortometragggio del regista francese Jaen Achache dedicato a Marcel Duchamp, ma l'impatto e la novità non mancano nemmeno in Potevo farlo anch'io, il nuovo programma targato Sky Arte la cui prima puntata andrà in onda domenica 3 marzo (alle 21.10). Achache nel suo corto sconvolge due giovani teppistelli che, intenzionati a «replicare» un ready made del celebre artista francese, si dovranno ricredere sull'efficacia provocatoria della loro proposta quando una gallerista infastidita punta loro contro una pistola. «Questa non è arte - dice la gallerista -. Non modifica la percezione di niente e di nessuno. Mentre quella di Duchamp lo fece, come lo farebbe la mia pistola se io sparassi».
Francesco Bonami, 57 anni, non va in giro con una pistola. È uno dei più affermati critici di arte contemporanea. È un guru della nuova arte e quindi per lui tutte le porte sono aperte. Ed è proprio con Bonami che lo spettatore può mettere piede nei più bei musei di arte contemporanea. E questo viaggio, targato Sky, sfrutta per l'occasione proprio il titolo di un celebre libro dello stesso Bonami (uscito da Mondadori nel 2007). Il critico può spiegare benissimo tutti i segreti e gli enigmi dell'arte di oggi, ma la sua chiarezza didascalica non basterebbe per un programma tv che si vuole snello e alla portata di tutti. Serve una spalla. Un compare. Qualcuno che possa dire con tutta la candida ingenuità propria di un giovane senza cultura accademica: «Questo potevo farlo pure io». Magari mentre si rimane interdetti a osservare i sacchi di Burri, le tele tagliate di Fontana o i dripping paintings di Jackson Pollock. E se il programma può funzionare è proprio perché è facile immedesimarsi in Alessandro Cattelan. È al presentatore di X Factor, 32 anni, beniamino dei giovanissimi, che si sono rivolti gli autori del programma. Scelta quanto mai indovinata. Capelli arruffati, jeans a vita bassa, sguardo sornione, Cattelan sfrutta al meglio l'occasione che tutti noi vorremmo avere: vale a dire girare per gallerie e musei in compagnia di un «cicerone» che spieghi ciò che all'apparenza è privo di un chiaro significato e che puntualizzi con ferma serenità ogni volta che si mormora con sfrontata ironia: «questo potevo farlo anch'io».
«È stata un'esperienza fantastica - spiega Cattelan -. È stato come girare per le strade di Liverpool al fianco di Paul Mc Cartney».
Alla Punta della Dogana, la sezione di arte contemporanea del veneziano Palazzo Grassi, può capitare di prendere le essenziali strutture geometriche di Donald Judd per dei mobili sui quali poggiarsi, oppure pensare che i canotti gonfiabili di Jeff Koons con i personaggi di Walt Disney siano di gomma (e non di metallo). Ecco quindi Bonami intervenire per istruire il compagno di strada. «Prima di tutto - spiega - non si tocca niente. Ti verrebbe mai in mente di toccare un Caravaggio? E allora perché un Koons sì?». «Mi sembrava nient'altro che un gonfiabile» si difende Cattelan. Che rimane interdetto davanti a un cavallo imbalsamato a due metri da terra la cui testa scompare dietro il muro. «È opera del tuo omonimo Maurizio Cattelan - gli spiega Bonami -. È un'idea. Una suggestione. Che prende spunto da un'immagine forte ripresa dal Kaputt di Curzio Malaparte». Imbarazzo e perplessità del giovane Cattelan (il deejay e presentatore tv, non l'artista) svaniscono quando prova a riprodurre un Pollock o a «provocare» come Marina Abramovic.


Per fortuna non ha tentato di riprodurre le celebri scatolette d'autore di Piero Manzoni che però considera i pezzi che più lo hanno impressionato: «Il nome corrisponde all'oggetto. Almeno lì ho capito subito».
Sky Arte strizza l'occhio ai più giovani anche con la musica, tanto che per oggi ha in programma un omaggio a Lucio Dalla con Jovanotti che canta L'anno che verrà.

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