Richard Curtis, già regista di “Quattro matrimoni e un funerale”, “Love Actually” e “Notting Hill”, nonché sceneggiatore di "Il diario di Bridget Jones", qualche mese fa ha annunciato la sua intenzione di ritirarsi. E' forse per questo motivo che la sua ultima pellicola romantica, "Questione di tempo", più che concentrarsi sull'amore, punta l'accento sulla preziosità del tempo e, per quanto spensierata come le precedenti, appare più profonda e dotata di cenni esistenziali.
Tim Lago (Domhnall Gleeson) ha 21 anni quando suo padre (Bill Nighy) gli rivela che gli uomini della sua famiglia hanno sempre avuto la possibilità di viaggiare nel tempo. Più precisamente, non hanno il potere di cambiare gli avvenimenti storici, ma possono ritornare indietro per modificare ciò che è già accaduto nel loro personale passato.
L'impacciato Tim, non avendo mai avuto un amore, decide di sfruttare il suo dono allo scopo di avere successo con le ragazze. Sulle prime, la sua situazione sentimentale cambia poco, ma un giorno, finalmente, il ragazzo si imbatte nella deliziosa Mary (Rachel McAdams) e se ne innamora, ricambiato. Purtroppo però, a causa di un viaggio nel tempo, ben presto sarà come se quell'incontro non fosse mai accaduto e Tim dovrà fare di tutto per sistemare le cose.
La prima parte del film è impeccabile in termini di freschezza; vengono presentati personaggi amabilissimi in un'ambientazione meravigliosa e, attraverso dialoghi davvero brillanti e pregni di sofisticato humor british, veniamo introdotti ad un rapporto padre-figlio che sarà la vera storia d'amore del film. Sulla distanza invece, l'incanto iniziale svanisce e la pellicola inizia a mostrare difetti come buchi nella trama, incongruenze e piccole illogicità. L'assemblaggio tra il lato fantasy e quello romantico della storia diventa un po' macchinoso e i viaggi nel tempo ripetitivi e prolissi, mentre il racconto si appesantisce narrando vicende legate ai personaggi comprimari. Queste imperfezioni non ledono però la sostanza di un film che rimane piacevolissimo, dotato di uno splendido cast e di una colonna sonora che riserva una sorpresa al pubblico italiano: in una delle scene cruciali ci si emoziona con la bellissima canzone "Il Mondo", del recentemente scomparso Jimmy Fontana.
Lo spettatore esce dalla sala consapevole, una volta di più, che non servano magie a rendere speciale la vita; perché ogni istante presente, anche il più ordinario, è già intrinsecamente straordinario, basta solo ricordarsene. Ansie, preoccupazioni, dolori e perdite sono inevitabili ma esiste il modo di continuare ad assaporare il quotidiano con leggerezza, gratitudine e ottimismo.
Insomma, una commedia romantica che nasconde un piccolo testamento spirituale, quello di un autore che, dando l'addio al cinema, lascia al suo pubblico la sua personale ricetta per la felicità.
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