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Ma questo è il Zalone del libro!

Battute, imitazioni, canzoni. Valsecchi: «A Natale il nuovo film»

nostro inviato a Torino

Zalone al Salone, è il Salone di Zalone. Si ride, si imita (Vendola), si suona (Angela). Tutti in fila, ed è lunghissimaaaaa, per vedere Checco Zalone - barba lunga, camicia aperta e microfono sempre acceso - in Sala Gialla, sold out, ore 15, anche se l'attesa dei fan, dei pugliesi di Torino e dei torinesi che amano la Puglia, inizia alle 14, forse alle 13. Dentro ci stanno 500 persone, fuori aspettano in mille. E sempre così, al Salone: gli eventi pop salvano dal flop. E a salvare la giornata, eccolo: il comico-attore più amato d'Italia. Il tema è: «L'Italia vista della Puglia». E si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito Checco Zalone, alias Luca Medici, alias il simbolo del cinema italiano più di successo e più snobbato. Accanto a lui, poco più che comparse in un'ora di one-man-show applauditissimo, il produttore Pietro Valsecchi, il governatore Michele Emiliano e il critico cinematografico Gianni Canova che gli ha dedicato il libro Quo chi? Di cosa ridiamo quando ridiamo di Checco Zalone (Sagoma editore). «Non leggete il libro su di me. Non vale la pena», è l'incipit dell'incontro.

Ma di cosa parliamo quando parliamo di Checco Zalone? Di un grande improvvisatore battutista perfetto anche uno contro 500 -, di un uomo di spettacolo ormai navigato, di un artista di enorme successo ma rimasto guardingo, diffidente e consapevole senza false modestie di essere campione di incassi. «Il successo mi ha cambiato? No, ha cambiato gli altri: ora ho molti più amici, più debitori, più parenti...». «E con Equitalia come stai messo?», gli chiede un ragazzo dal marcato accento pugliese. «Come te con la dizione», gli risponde. Zalone parla tanto del passato quando si è laureato in Legge, quando era un agente di commercio, quando faceva avanti indietro tra la Puglia e i cabaret di Milano, quando Pieraccioni gli consigliò di non sposare mai un'attrice e così ha fatto - e un po' del futuro. «Il nuovo film? Finora ne ho fatto uno ogni due anni, ma adesso me la tiro: il prossimo lo faccio fra tre». Ma Valsecchi lo corregge subito: «Ma no, esce a Natale oppure il 2 gennaio». C'è lo show e c'è il business. Come i libri: condannati fra l'arte e il mercato.

In mezzo, c'è Zalone. L'incontro è fatto quasi solo di domande dal pubblico, una più imbarazzante dell'altra. L'anziana signora che chiede di fare un film-denuncia sui maltrattamenti dei cani a Torino. Il vecchio amico d'infanzia che spunta dal pubblico e gli chiede se può abbracciarlo.

L'aspirante, e sedicente, attrice che chiede di poter recitare con lui. Guardando quanto è stato bravo Zalone a rispondere sempre con leggerezza, capisci che ha ragione lui. «Riuscire a far ridere tutti è difficilissimo».

LM

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