Radiogiornale

Passano gli anni, cambiano i cosiddetti «device», si modificano gli ascoltatori ma la radio resta il principale veicolo di diffusione e, soprattutto, di penetrazione della musica leggera popolare. Se ci pensate, da quasi mezzo secolo, prima sotto l'egida statuale della radio pubblica e poi con le radio cosiddette private, in estate sono sempre le playlist che consacrano i brani, li scelgono, li selezionano e alla fine li incoronano. Certo, complice rimane ancora la televisione che, prima con il Festivalbar e adesso con il Coca Cola Summer Festival, è un volano per la diffusione della musica. Ma a far la differenza è sempre la radio, anche se molti dei brani trionfatori di questa estate sono apparsi prima sul web. E' il caso, ad esempio, di Andiamo a comandare di Fabio Rovazzi che resterà come uno dei motivi del 2016. Ma non solo. Senza l'aiuto di Rtl 102.5 o di Radio 105 o Deejay oppure Rds o Radio2 nessuna canzone che oggi colora la nostra estate sarebbe così potente, così pervasiva, insomma così tormentone. E quindi? Quindi il potere del web non è ancora così convincente da trainare il pop. E non è un problema secondario, visto tutto ciò che si dice sulla forza da rullo compressore di tutto ciò che la rete vota come «preferito». Adesso le preferenze del web non sono ancora in grado di diventare universali.

Manca poco. E forse la prossima estate sarà diverso. Ma oggi siamo ancora come ieri. E il tormentone estivo è incoronato ancora dalla radio che, come da mezzo secolo, in estate non ha ancora intenzione di smettere di comandare.

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